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Storia di Giarre e della Contea di Mascali

 

In Principio era Callipoli

     
   

“Di Callipoli si parla da oltre vent’anni con vivacità di idee e toni, ma è da oltre cinque secoli che, anche se di sfuggita, storici ben noti si pongono numerosi interrogativi sul sito di tale colonia, tra le prime fondate dai greci nell’isola”.

Vincenzo Di Maggio, 1983

 

     

725 a.C.: I coloni di Naxos, a loro volta provenienti dalla città di Calcide, situata sull’isola greca di Eubea, fondano la città di Callipolis, letteralmente “la bella città”. Sebbene non vi sia la certezza degli storici e dei geografi, si ritiene che si trovasse nel territorio compreso tra le attuali Giarre e Mascali. Lo storico Nicola Corcia dedica alla città il XIX capitolo della sua “Storia delle Due Sicilie”, individuandone il mitico fondatore nel greco Teocle e derivandone il nome dalla madre-patria: “A circa 9 miglia odierne dalla città di Nasso seguiva anche sulla costa la città di Callipoli, fondata da’ Nassi non molto dopo della stessa città di Nasso, perché Ellanico di Lesbo di più città della Sicilia attribuiva l’origine allo stesso Calcidese Teocle, capo della colonia Calcidese de’ Nassi, il quale fondata aveva la più antica colonia greca nell’isola. Anziché dalla sua bella posizione, o dalla bellezza de’ fabbricati, egli sembra che prendesse il nome dalla stessa isola di Nasso, detta anche Callipoli, e per essere stata fondata da’ Nassi insieme e da’ Calcidesi par che si nominasse anche Calcide, perché delle quattro città di tal nome una ne viene situata in Sicilia, la quale non può essere che questa medesima, ricordata del resto come un semplice borgo da altri greci scrittori meno antichi”. Anche l’abate Vito Maria Amico, basandosi sulle opere degli autori classici, colloca Callipoli nei pressi di Naxos: nel suo “Dizionario Topografico della Sicilia” descrive Callipoli come una “città antichissima, poiché fondata da una delle colonie calcidesi, delle quali scrive Marciano di Eraclea o Scimno di Chio: <<Dopo di ciò i Leontini ebbero colonie da Nasso, ed anco del pari di Zancla, che sorge di rimpetto a Reggio, allo stretto di Sicilia, Catania e Callipoli ricevettero colonie>>. L'Epitomatore di Stefano: <<Callipoli, scrive, città della Sicilia e gli abitanti Callipolitani>>. Fioriva ai tempi di Ippocrate tiranno di Gela, poiché dice di lui Erodoto nel lib.7 <<Ippocrate assediò i Callipolitani, quei di Nasso, i Zanclei ed i Leontini, pugnò contro i siracusani e moltissime masnade di barbari; nelle quali battaglie Gelone si distinse per valorìa>>; e poi fu questi tiranno di Siracusa; dalle quali parole di Erodoto, ricava Cluverio essere stata Callipoli nel lato orientale dell'isola”. Giovanni Evangelista di Blasi, invece, afferma che “E' fama che gli abitanti di Nasso, e quei di Lentini, mandassero le loro colonie a popolare altri paesi. Strabone dei Nassi ci assicura che edificarono Callipoli e che i Lentinesi fabbricarono Eubea. Di Callipoli parlano ancora Scimno di Chio ed Erodoto, ma non si sa in qual tempo precisamente fosse questa città fondata, non ci è per appunto noto il suo sito. Sostiene il Fazello, forse fondato nell'autorità di Scimno, che Callipoli fosse stata fabbricata poco dopo la fondazione di Nasso e pressoché nei tempi in cui e Catania e Lentini ebbero la loro origine; dal che l'abate Amico ne deduce che ciò accadesse nell'anno 1° dell'olimpiade XIII, quando egli crede che la colonia dei nassitani venisse a Catania o alquanto più tardi”. In uno dei più antichi dizionari geografici, anche Giovanni Massa certifica le origini di Callipoli: “Città fabbricata da Nassi, vi fu da questi inviata una loro colonia; né dubita esistere data di fondazione antichissima, mentre fattene menzione da Herodoto nel lib.7 dove scrive havere li suoi popoli combattuto con Hippocrate, tiranno di Gela, da cui superati, gli recarono soggetti”.

433 a.C.: Dionisio, tiranno di Siracusa, rade al suolo Naxos ed altri centri della costa ionica settentrionale che si erano alleati con Atene ospitandone la flotta. Secondo alcune incerte fonti Callipoli viene risparmiata, secondo altre viene anch'essa rasa al suolo; ne rimarrebbero soltanto alcune masserie isolate.

393 a.C.: Una eruzione dell'Etna nel territorio di Callipoli impedisce alle truppe cartaginesi, impegnate nella campagna di Sicilia, di seguire la flotta che procede lungo la costa. La fanteria è costretta a marciare dietro il vulcano.

214 a.C.: Silio Italico, nel XIV libro delle guerre puniche, cita Callipoli quale alleata di Roma nella seconda guerra contro i cartaginesi, come ci ricorda l’abate Amico: “Conosciamo finalmente da Silio nel lib.14 sino alla guerra Punica esser durata Callipoli: <<Militia Romana petivit Foedera Callipolis>>”.

210 a.C.: Callipoli viene incorporata nel territorio di Tauromenium (Taormina).

202 a.C.: Una strada consolare romana attraversa il territorio di Callipoli; l'arteria sarà denominata Valeria in onore del console Marco Valerio Levino, governatore della provincia di Sicilia. Gran parte del versante orientale dell’Etna è coperto dal Lucus Jovis, un immenso impenetrabile bosco – che sarà poi detto bosco d’Aci – formato da querce, castagni e lecci. Nei pressi dell’attuale Fondachello si trova una palude che, in tempi più recenti, sarà detta dell’Auzanetto e un lago (la Gurna).

134-100 a.C.: Strabone racconta che, nel corso delle due guerre servili, diverse città siciliane vengono occupate dagli schiavi; tra queste vi è anche Callipoli, situata tra Catania e Taormina. Diversi storici concordano con Strabone nel collocare la fine della polis in questo periodo. Tommaso Fazello, che pone una città chiamata Etna nei pressi della vecchia Mascali, racconta che "questa città 820 anni dopo l'edificazione di Roma, al tempo che la guerra servile era nel maggior colmo, essendo stata ripresa per forza dal consolo Rutilio, ed ammazzativi dentro 20.000 servi, era in piedi sino al tempo di Diodoro, ma oggi non se ne vede vestigio alcuno, e non si sa dove ella fusse, benchè molti più per congettura che per verità dicano ch'ella fusse presso a Mascali, dove si vedono le vestigia e le reliquie d'una città rovinata". Sostiene l’abate Amico che Callipoli “giaceva rovinata con le altre ai tempi di Strabone: <<perciocché oggidì>>, scrive egli nel lib.6, <<non conosciamo essere abitata Imera, non Gela, non Callipoli>>. E' questione del sito tra gli storici, poiché parlando di Mascali il sullodato Cluverio, dove falsamente collocò Etna il Fazello, e lo stesso autore sospettò Bidio, soggiunge: <<non niego essere stata quivi Callipoli>>. Fazello non appoggiandosi ad argomento di sorta, la colloca nel lato meridionale. Ma io dir di Mascali nella Dec.Lib.3, cap.1, asserendo rimanere oggidì intorno alla rocca monumenti di antiche ruinate città, non sembranmi fuor di proposito le congetture di Cluverio". Di Blasi conferma il parere dell’Amico sostenendo che “del sito par evidente il giudizio del Cluverio che la vuole collocata nella parte orientale dell'isola, che ne abbia voluto il Fazello che la situa verso l'occidente, giacché se è vero ciò che racconta Erodoto, vale a dire che Ippocrate assediò i Callipolitani, i Nassi, i Zanclei e i Lentinesi, e insieme i Siracusani, dovette Callipoli essere verso l'oriente, dove tutte codeste città sono collocate. Sospetta egli che, appunto, fosse alla radice del monte Etna, dove oggi è Mascali, tra Taormina e Catania, al quale sentimento si uniforma ancora il mentovato abate Amico". Il geografo Massa colloca Callipoli sulla costa orientale dell’isola: “In tempo della seconda guerra Punica ancor fioriva, come si cava da Silio, ma nell'età di Strabone era disfatta. Vogliono alcuni che sorgesse nel fianco meridionale dell'isola, dove hoggi è Terranova (...). Meno si discostano dal vero quei, che con Brietio la mettono nel sito di Mascali, imperciocchè da Herodoto habbiamo che Callipoli fu edificata nel lato orientale, nè da Strabone si cava che fosse situata nella costa meridionale". Nicola Corcia sostiene, invece, che si trovasse nei pressi di Riposto: “Al tempo di Strabone era già divenuta abitazione di pastori; così che egli sembra che da’ cartaginesi fosse stata distrutta perché parteggiato aveva co’ Romani. Se le rovine presso Mascali appartennero al Castello Bidio, esser non possono della città di Callipoli, come poi sostenne il Cluverio, per non esservi, egli dice, documenti certi dell’attribuzione di quelle rovine. Ma tali documenti sono nel nome del castello Bidais, come tuttavia si nomina, e non dubitando che la città di Callipoli fu in queste vicinanze, nelle quali si estesero i confini de’ Nassi, come in tempi posteriori quelli de’ Tauromeniti, dico piuttosto che fu presso la marina dell’odierno borgo di Riposto, emporio pel vino di Mascali e di que’contorni, nel quale in fatti si segna nella diligente Carta statistica dell’isola”. L’abate Francesco Ferrara, infine, reputando scarsamente attendibili i versi del poeta Silio, esprime le sue congetture sulla storia di Callipoli, anticipandone di diversi secoli la distruzione: “Callipoli fu anche una colonia di Nassj; e sembra molto probabile l’opinione di coloro che l’hanno creduta nel sito occupato ora da Mascali, luogo vicino alla madre patria, ed eretta forse in quei tempi quando i Nassj cominciarono a farsi padroni dei luoghi vicini. Erodoto narra che Ippocrate, tiranno di Gela, fece molti combattimenti contro i Callipolitani (…). Da dopo Erodoto non si parla più di Callipoli, ed egli si sarebbe tentato di credere che questa greca città sia stata abbattuta in quelle guerre del tiranno di Gela, se essa non ricomparisse in un verso del poema di Sillio. Si ha pertanto molta pena a credere che sia stata in piedi così lungo tempo, senza che gli scrittori greci avessero di essa fatta menzione alcuna. Non è nominata nelle famose guerre che gli Ateniesi vennero a fare in Sicilia, e nelle quali ebbero sempre la premura di avere allegate le città Calcidesi; non se ne parla nel tempo dei re di Siracusa, che tanto si impegnarono ad abbattere la potenza Calcidese loro nemica, e Dionisio, che ne fu il più crudele flagello, non avrebbe lasciato di rivoltare la sua mano distruttrice sopra Callipoli. Può essere adunque, che essa destrutta in quei tempi remoti risorse poco prima della seconda guerra punica; ma dovrebbe allora supporsi che sia stata poco dopo abbattuta, poiché da dopo quel tempo non se ne parla più; ma può essere anche che essa destrutta la prima volta non sia risorta mai più; che s’ignora come Sillio l’abbia nominato; e che per altro il verso d’un poeta ispira poco interesse, onde formare tante supposizioni”.

 

 
   
 
 

 

 
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