725 a.C.:
I coloni di Naxos, a loro volta provenienti dalla città
di Calcide, situata sull’isola greca di Eubea, fondano
la città di Callipolis, letteralmente “la bella città”.
Sebbene non vi sia la certezza degli storici e dei
geografi, si ritiene che si trovasse nel territorio
compreso tra le attuali Giarre e Mascali.
♦
Lo storico Nicola Corcia dedica alla città il XIX
capitolo della sua “Storia delle Due Sicilie”,
individuandone il mitico fondatore nel greco Teocle e
derivandone il nome dalla madre-patria: “A circa 9
miglia odierne dalla città di Nasso seguiva anche sulla
costa la città di Callipoli, fondata da’ Nassi non molto
dopo della stessa città di Nasso, perché Ellanico di
Lesbo di più città della Sicilia attribuiva l’origine
allo stesso Calcidese Teocle, capo della colonia
Calcidese de’ Nassi, il quale fondata aveva la più
antica colonia greca nell’isola. Anziché dalla sua bella
posizione, o dalla bellezza de’ fabbricati, egli sembra
che prendesse il nome dalla stessa isola di Nasso, detta
anche Callipoli, e per essere stata fondata da’ Nassi
insieme e da’ Calcidesi par che si nominasse anche
Calcide, perché delle quattro città di tal nome una ne
viene situata in Sicilia, la quale non può essere che
questa medesima, ricordata del resto come un semplice
borgo da altri greci scrittori meno antichi”.
♦
Anche l’abate Vito Maria Amico, basandosi sulle opere
degli autori classici, colloca Callipoli nei pressi di
Naxos: nel suo “Dizionario Topografico della Sicilia”
descrive Callipoli come una “città
antichissima, poiché fondata da una delle colonie
calcidesi, delle quali scrive Marciano di Eraclea o
Scimno di Chio: <<Dopo di ciò i Leontini ebbero colonie
da Nasso, ed anco del pari di Zancla, che sorge di
rimpetto a Reggio, allo stretto di Sicilia, Catania e
Callipoli ricevettero colonie>>. L'Epitomatore di
Stefano: <<Callipoli, scrive, città della Sicilia e gli
abitanti Callipolitani>>. Fioriva ai tempi di Ippocrate
tiranno di Gela, poiché dice di lui Erodoto nel lib.7
<<Ippocrate assediò i Callipolitani, quei di Nasso, i
Zanclei ed i Leontini, pugnò contro i siracusani e
moltissime masnade di barbari; nelle quali battaglie
Gelone si distinse per valorìa>>; e poi fu questi
tiranno di Siracusa; dalle quali parole di Erodoto,
ricava Cluverio essere stata Callipoli nel lato
orientale dell'isola”.
♦
Giovanni Evangelista di Blasi, invece, afferma che “E'
fama che gli abitanti di Nasso, e quei di Lentini,
mandassero le loro colonie a popolare altri paesi.
Strabone dei Nassi ci assicura che edificarono Callipoli
e che i Lentinesi fabbricarono Eubea. Di Callipoli
parlano ancora Scimno di Chio ed Erodoto, ma non si sa
in qual tempo precisamente fosse questa città fondata,
non ci è per appunto noto il suo sito. Sostiene il
Fazello, forse fondato nell'autorità di Scimno, che
Callipoli fosse stata fabbricata poco dopo la fondazione
di Nasso e pressoché nei tempi in cui e Catania e
Lentini ebbero la loro origine; dal che l'abate Amico ne
deduce che ciò accadesse nell'anno 1° dell'olimpiade
XIII, quando egli crede che la colonia dei nassitani
venisse a Catania o alquanto più tardi”.
♦
In uno dei più antichi dizionari geografici, anche
Giovanni Massa certifica le origini di Callipoli: “Città
fabbricata da Nassi, vi fu da questi inviata una loro
colonia;
né dubita esistere data di fondazione antichissima,
mentre fattene menzione da Herodoto nel lib.7 dove
scrive havere li suoi popoli combattuto con Hippocrate,
tiranno di Gela, da cui superati, gli recarono soggetti”.
433 a.C.:
Dionisio, tiranno di Siracusa, rade al suolo Naxos ed
altri centri della costa ionica settentrionale che si
erano alleati con Atene ospitandone la flotta. Secondo
alcune incerte fonti Callipoli viene risparmiata,
secondo altre viene anch'essa rasa al suolo; ne
rimarrebbero soltanto alcune masserie isolate.
393 a.C.:
Una eruzione dell'Etna nel territorio di Callipoli
impedisce alle truppe cartaginesi, impegnate nella
campagna di Sicilia, di seguire la flotta che procede
lungo la costa. La fanteria è costretta a marciare
dietro il vulcano.
214 a.C.:
Silio Italico, nel XIV libro delle guerre puniche, cita
Callipoli quale alleata di Roma nella seconda guerra
contro i cartaginesi, come ci ricorda l’abate Amico: “Conosciamo
finalmente da Silio nel lib.14 sino alla guerra Punica
esser durata Callipoli: <<Militia Romana petivit Foedera
Callipolis>>”.
210 a.C.:
Callipoli viene incorporata nel territorio di
Tauromenium (Taormina).
202 a.C.:
Una strada consolare romana attraversa il territorio di
Callipoli; l'arteria sarà denominata Valeria in onore
del console Marco Valerio Levino, governatore della
provincia di Sicilia. Gran parte del versante orientale
dell’Etna è coperto dal Lucus Jovis, un immenso
impenetrabile bosco – che sarà poi detto bosco d’Aci –
formato da querce, castagni e lecci. Nei pressi
dell’attuale Fondachello si trova una palude che, in
tempi più recenti, sarà detta dell’Auzanetto e un lago
(la Gurna).
134-100 a.C.:
Strabone racconta che, nel corso delle due guerre
servili, diverse città siciliane vengono occupate dagli
schiavi; tra queste vi è anche Callipoli, situata tra
Catania e Taormina.
♦
Diversi storici concordano con Strabone nel collocare la
fine della polis in questo periodo. Tommaso Fazello, che
pone una città chiamata Etna nei pressi della vecchia
Mascali, racconta che "questa città 820 anni dopo
l'edificazione di Roma, al tempo che la guerra servile
era nel maggior colmo, essendo stata ripresa per forza
dal consolo Rutilio, ed ammazzativi dentro 20.000 servi,
era in piedi sino al tempo di Diodoro, ma oggi non se ne
vede vestigio alcuno, e non si sa dove ella fusse,
benchè molti più per congettura che per verità dicano
ch'ella fusse presso a Mascali, dove si vedono le
vestigia e le reliquie d'una città rovinata".
♦
Sostiene l’abate Amico che Callipoli “giaceva
rovinata con le altre ai tempi di Strabone: <<perciocché
oggidì>>, scrive egli nel lib.6, <<non conosciamo essere
abitata Imera, non Gela, non Callipoli>>. E' questione
del sito tra gli storici, poiché parlando di Mascali il
sullodato Cluverio, dove falsamente collocò Etna il
Fazello, e lo stesso autore sospettò Bidio, soggiunge:
<<non niego essere stata quivi Callipoli>>. Fazello non
appoggiandosi ad argomento di sorta, la colloca nel lato
meridionale. Ma io dir di Mascali nella Dec.Lib.3,
cap.1, asserendo rimanere oggidì intorno alla rocca
monumenti di antiche ruinate città, non sembranmi fuor
di proposito le congetture di Cluverio".
♦
Di Blasi conferma il parere dell’Amico sostenendo che “del
sito par evidente il giudizio del Cluverio che la vuole
collocata nella parte orientale dell'isola, che ne abbia
voluto il Fazello che la situa verso l'occidente,
giacché se è vero ciò che racconta Erodoto, vale a dire
che Ippocrate assediò i Callipolitani, i Nassi, i
Zanclei e i Lentinesi, e insieme i Siracusani, dovette
Callipoli essere verso l'oriente, dove tutte codeste
città sono collocate. Sospetta egli che, appunto, fosse
alla radice del monte Etna, dove oggi è Mascali, tra
Taormina e Catania, al quale sentimento si uniforma
ancora il mentovato abate Amico".
♦
Il geografo Massa colloca Callipoli sulla costa
orientale dell’isola: “In tempo della seconda guerra
Punica ancor fioriva, come si cava da Silio, ma nell'età
di Strabone era disfatta. Vogliono alcuni che sorgesse
nel fianco meridionale dell'isola, dove hoggi è
Terranova (...). Meno si discostano dal vero quei, che
con Brietio la mettono nel sito di Mascali, imperciocchè
da Herodoto habbiamo che Callipoli fu edificata nel lato
orientale, nè da Strabone si cava che fosse situata
nella costa meridionale".
♦
Nicola Corcia sostiene, invece, che si trovasse nei
pressi di Riposto: “Al tempo di Strabone era già
divenuta abitazione di pastori; così che egli sembra che
da’ cartaginesi fosse stata distrutta perché parteggiato
aveva co’ Romani. Se le rovine presso Mascali
appartennero al Castello Bidio, esser non possono della
città di Callipoli, come poi sostenne il Cluverio, per
non esservi, egli dice, documenti certi
dell’attribuzione di quelle rovine. Ma tali documenti
sono nel nome del castello Bidais, come tuttavia si
nomina, e non dubitando che la città di Callipoli fu in
queste vicinanze, nelle quali si estesero i confini de’
Nassi, come in tempi posteriori quelli de’ Tauromeniti,
dico piuttosto che fu presso la marina dell’odierno
borgo di Riposto, emporio pel vino di Mascali e di que’contorni,
nel quale in fatti si segna nella diligente Carta
statistica dell’isola”.
♦
L’abate Francesco Ferrara, infine, reputando scarsamente
attendibili i versi del poeta Silio, esprime le sue
congetture sulla storia di Callipoli, anticipandone di
diversi secoli la distruzione: “Callipoli fu anche
una colonia di Nassj; e sembra molto probabile
l’opinione di coloro che l’hanno creduta nel sito
occupato ora da Mascali, luogo vicino alla madre patria,
ed eretta forse in quei tempi quando i Nassj
cominciarono a farsi padroni dei luoghi vicini. Erodoto
narra che Ippocrate, tiranno di Gela, fece molti
combattimenti contro i Callipolitani (…). Da dopo
Erodoto non si parla più di Callipoli, ed egli si
sarebbe tentato di credere che questa greca città sia
stata abbattuta in quelle guerre del tiranno di Gela, se
essa non ricomparisse in un verso del poema di Sillio.
Si ha pertanto molta pena a credere che sia stata in
piedi così lungo tempo, senza che gli scrittori greci
avessero di essa fatta menzione alcuna. Non è nominata
nelle famose guerre che gli Ateniesi vennero a fare in
Sicilia, e nelle quali ebbero sempre la premura di avere
allegate le città Calcidesi; non se ne parla nel tempo
dei re di Siracusa, che tanto si impegnarono ad
abbattere la potenza Calcidese loro nemica, e Dionisio,
che ne fu il più crudele flagello, non avrebbe lasciato
di rivoltare la sua mano distruttrice sopra Callipoli.
Può essere adunque, che essa destrutta in quei tempi
remoti risorse poco prima della seconda guerra punica;
ma dovrebbe allora supporsi che sia stata poco dopo
abbattuta, poiché da dopo quel tempo non se ne parla
più; ma può essere anche che essa destrutta la prima
volta non sia risorta mai più; che s’ignora come Sillio
l’abbia nominato; e che per altro il verso d’un poeta
ispira poco interesse, onde formare tante supposizioni”.