GiarreStory

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Storia di Giarre e della Contea di Mascali

 

Industrie e progressi

     
   

“E’ un bel sangue questo popolo etneo, svelto, intelligente, gentile, soprattutto sul versante orientale, più dell’altro aperto ai commerci e ai contatti civili”.

Touring Club italiano, 1898

     

1890: Ultimati i lavori di pavimentazione, la piazza Duomo viene finalmente aperta ai cittadini. In seguito alla querela di 125 depositanti, si apre il procedimento penale per bancarotta fraudolenta e truffa contro il direttore e il presidente del consiglio di amministrazione della Banca di Credito di Giarre. Il processo viene interrotto immediatamente per eseguire una perizia che durerà oltre un anno. Anche la Francia attiva un proprio agente a Giarre: si tratta di Paolo Caltabiano, come riportato sul bollettino consolare pubblicato nell'anno. Dai rapporti consolari degli Stati Uniti leggiamo che: “Il territorio del distretto [la provincia di Catania] che produce la più grande quantità di vino è quello di Giarre e Riposto, due paesi molto pittoreschi in questa provincia, situati ad una distanza di 30 chilometri a nord-est della città. Giarre, con una popolazione di 21.000 abitanti, è un centro agricolo, principalmente di vigneti, mentre Riposto, con circa 10.000 abitanti è il porto caricatore”. Le crescenti richieste di celebrazione dei matrimoni in orario serale inducono il Municipio ad introdurre una sovrattassa per il consumo di olio e candele. Allo scopo di riunire tutte le scuole comunali disseminate tra i vari plessi presi in affitto, il Municipio delibera la costruzione del nuovo edificio scolastico di piazza Macherione; sarà ultimato soltanto nel 1933. I comuni di Giarre, Riposto e Mascali partecipano al consorzio di enti locali per la bonifica del pantano della Gurna nel territorio mascalese.

1891: Il nuovo primo cittadino giarrese è Mariano Scandurra. Il Municipio istituisce una condotta medico-chirurgica per i poveri e delibera la costruzione del quarto cimitero comunale nella frazione di Milo. La Giunta per le elezioni, nel corso dello svolgimento della propria relazione alla Camera, avanza il sospetto che nel collegio di Giarre, nel corso delle elezioni politiche del 1890, siano stati aggiunti fraudolentemente voti tramite l’iscrizione fasulla di numerosi elettori nelle liste. Da una prima verifica condotta dalla Giunta, risultano irreperibili 427 elettori iscritti nelle liste di riscontro. In seguito ad una ricerca ordinata dalla Giunta ed eseguita dagli uscieri comunali, dopo un mese di tentativi, ne vengono rintracciati 215. Degli elettori “fantasma” si scoprirà che uno era già deceduto, uno recluso in carcere da quattro anni, uno paralitico ed uno arruolato nel regio esercito. Alla Camera, il deputato socialista Cavallotti chiede l’annullamento della votazione esclamando “Chi vorrebbe sedere in una Camera dove è autorizzato il sospetto che, per entrare, basta ricorrere agli artificii che sono consegnati in questa relazione?”, sebbene, come sostiene il liberale Sidney Sonnino, anche non computando i voti raccolti nel seggio di Giarre, l’eletto Nicolosi avrebbe prevalso comunque. Dal testo della relazione della Giunta per le elezioni, presieduta dall’On.Tittoni, emergono altri particolari ed irregolarità: “va notato che l’uso di riempire i verbali prima della votazione od accomodarli dopo, senza darsi nessun pensiero dei veri risultati, si dice essere consacrato da lunga tradizione, essere ormai procedimento consuetudinario in quei collegi deve sarebbe praticato fin dal 1862”, infatti, proprio a Giarre “venne un elettore e ci disse: i componenti del seggio hanno dichiarato a voi, Comitato inquirente, che il risultato consegnato nel verbale è il vero, ma il segretario si dimentica che, dopo proclamato il risultato dello scrutinio, io mi presentai a lui e lo pregai di appuntarmi il risultato stesso, perché andavo raccogliendo i risultati di tutte le sezioni. Il segretario fece questo appunto e lo firmò: ed io sono in possesso di questo foglio. E’ stato chiamato il segretario della sezione; egli ha ammesso di aver rilasciato questo appunto e riconobbe il suo carattere e la sua firma: mia disse che l’aveva rilasciato, non già dopo la proclamazione, ma dopo lo spoglio della metà appena delle schede.  Sicché l’appunto era vero, ma non si riferisce al risultato totale, ma al parziale. Ora un altro indizio ci ha convinti che il segretario non ha detto il vero. Perché si dà questa strana combinazione: che, mentre i voti dei tre proclamati sono considerevolmente minori di quelli che si trovano nel verbale, i voti dei non proclamati, per una strana combinazione, sono corrispondenti a quelli che nel verbale risultano avere avuti. Dunque, perché il segretario avesse detta la verità, si sarebbe dovuto avere questo caso stranissimo: cioè che i pochi voti riportati dai non proclamati fossero capitati precisamente nella prima metà delle schede spogliate e che nella seconda metà non ce ne fosse nessuno”. L’otto giugno, la Camera deciderà di annullare l’elezione e di trasmettere gli atti all’autorità giudiziaria. Una relazione della Geologists’ Association americana dedica un non lusinghiero giudizio sulle strutture ricettive della città: “Giacché gli espressi si fermano qui, supposi che si trattasse di un posto di una qualche importanza, ma l’ho trovato un semplice villaggio, con la sistemazione campagnola più sporca possibile”.

1892: Arturo Adelasio è nominato commissario straordinario per il disciolto Comune di Giarre. Si dimettono tutti i consiglieri comunali di Riposto perché il Municipio è sull’orlo del dissesto finanziario dopo il sequestro di tutte le entrate per dazi comunali operato dalla Società Sicula Ferrovia Circumetnea. Il 13 luglio si registra una scossa di terremoto; nonostante provochi soltanto lievi danni, il New York Times riferisce della distruzione della città: "Il villaggio siciliano di Giarre distrutto da un terremoto. Una forte scossa, registrata questa mattina, ha ridotto in rovina il villaggio di Giarre, sulla costa della Sicilia, a cinque ore di viaggio dai crateri del vulcano. La popolazione di Giarre è di circa 18.000 abitanti. Non viene riportata alcuna vittima, ma si teme che molti possano essere periti”. A settembre, il Tribunale di Catania giudica un docente del ginnasio di Giarre colpevole di quattro imputazioni di corruzione che sarebbero avvenute nel 1888: il docente di letteratura italiana “avrebbe accettato denaro dagli studenti per approvarli agli esami e lo condannò a 3 anni e 8 mesi di reclusione e a L. 1.300 di multa ed alla interdizione perpetua dai pubblici uffici” (Corriere della Sera). Nel 1893 verrà amnistiato e rimesso in libertà. Il 6 novembre l'avvocato acese Paolo Castorina, candidato ministeriale, viene eletto, con 2.504 voti, alla Camera dei Deputati in rappresentanza del collegio di Giarre. Precede il radicale Lucio Quattrocchi (1.447), già sindaco del paese. In dicembre si costituisce a Riposto il fascio siciliano dei lavoratori; l’organizzazione ripostese, tuttavia, rigettando il principio della lotta di classe, verrà considerata eterodossa.  L'architetto Carlo Sada elabora un progetto, che rimarrà inattuato, per la realizzazione di una chiesa in stile neo-gotico a Riposto.

1893: Salvatore Musumeci è il nuovo sindaco di Giarre. Il 7 febbraio viene depositata la sentenza che omologa il concordato fallimentare della Banca di Credito di Giarre: il cavalier Di Prima, presidente del consiglio di amministrazione, si assume l’accollo di tutti i crediti e del passivo della banca, versando il 65% dei depositi non ancora restituiti ai clienti. Il primo luglio, l’On. De Felice Giuffrida presenta una interrogazione alla Camera per conoscere le motivazioni del “ritardo frapposto al disbrigo del processo per bancarotta fraudolenta contro gli amministratori della Banca di Credito di Giarre”, i quali “essendo amici del governo, anzi di tutti i governi [che si sono succeduti dal fallimento del 1887], coloro che sono responsabili dei fatti accaduti a Giarre, si ritiene che tutti con molto fondamento di verità, che si tratti di un beneficio accordato a coloro che hanno fatto tutte le elezioni amministrative e politiche nella città di Giarre a beneficio di tutti i governi. Ora siccome questa città versa in cattivissime condizioni economiche in seguito al fallimento della banca e siccome è stato rovinato non il grosso capitale ma quello dei piccoli risparmi e del piccolo commercio, io raccomando al governo che sia usato il massimo rigore verso i responsabili dei danni”. L’On. Castorina, intervenendo nel dibattito parlamentare, rivela ulteriori particolari: “al curatore del fallimento erano state attribuite 15.000 lire di competenze di 15 o 16 mesi di amministrazione - mentre al di lui predecessore per circa sei mesi furono tassate circa lire 600 - 4.000 lire per spese di carrozzella e altro occorrente, 2.000 per competenze di un aiutante, che dicesi di lui parente, 15.000 per avvocati ed un procuratore i quali poi si contentarono in tutto di sole 2.000 lire. E si noti che durante a gestione esso curatore non esigette che 32.000 lire”. Nella notte tra l’1 ed il 2 marzo, si registra la spettacolare evasione di due carcerati dal forte di Riposto. Il 26 maggio nel corso di una seduta della Camera dei deputati, Napoleone Colajanni accusa il governo Giolitti di aver manipolato le elezioni politiche del 1892 in Sicilia mediante la cancellazione dalle liste elettorali di elettori ostili al governo e la nomina di commissari straordinari favorevoli nei comuni disciolti: “L’autorità giudiziaria si sveglia proprio nel mese di ottobre e nel collegio di Giarre, per esempio, cancella mille elettori”, a Riposto, “compiuta l’elezione, si affacciò a balcone il commissario regio e ringraziò la cittadinanza a nome del governo per la grande maggioranza data al candidato ministeriale”. Il giorno successivo, il deputato eletto nel collegio di Giarre, on. Castorina, risponde che il commissario regio di Riposto ringraziò tutti “tanto compresi i nuovi eletti, quanto gli elettori perché avevano mantenuto un contegno correttissimo durante le elezioni amministrative e politiche e si dichiarò lieto dei risultati”. In estate scarseggia l’acqua a Giarre: si sopperisce grazie alla filantropica donazione di un privato che mette a disposizione del Municipio i propri pozzi. In autunno, nel corso delle manifestazioni organizzate dal movimento dei fasci siciliani, anche a Giarre e Riposto si registrano delle proteste di piazza.

1894: Il 24 gennaio sbarcano in Sicilia le truppe inviate dal governo per reprimere le manifestazioni dei fasci siciliani: anche a Giarre “giunsero forti distaccamenti di truppa, accolti con entusiastiche dimostrazioni dalle autorità, dai sodalizi, dalle popolazioni con musiche” (Corriere della Sera). La prima operazione condotta dai militari consiste nell’invito rivolto alla popolazione di consegna di tutte le armi da fuoco: “a Riposto si consegnarono due cannoncini. A Giarre quattro cannoni” (31 gennaio). A Macchia viene sciolto il fascio dei lavoratori (Società di Mutuo Soccorso Francesco Crispi): “furono sequestrati la bandiera, la tabella, i registri nonché il porta calamaio con la scritta <<Il Giuramento dei lavoratori>>, così concepito: <<Giuro di eseguire fedelmente tutte le leggi del Fascio e di fare ogni cosa che da esso sia imposta e ugualmente spero che vorrete fare tutti voialtri, fratelli, lavoratori>>” (Corriere della Sera). Il 3 febbraio vengono sequestrati tutti i giornali stampati nel continente. Il 25 febbraio, Giarre viene ricoperta da una fitta coltre di neve: la Prefettura invia i soldati per liberare le strade. In agosto, un terremoto, con epicentro a Nicolosi, causa diversi danni agli edifici di Giarre; come riporta La Stampa, “A Giarre crollarono tutti i muri delle campagne, una casa nuova e la chiesa furono tutte screpolate. Lo spavento in questo comune è grande. I contadini sgombrano le case correndo via all’impazzata per la campagna ed emettendo grida lamentose e pianti disperati”. Nel corso dei festeggiamenti per il santo patrono, si registrano a Giarre degli incidenti tra alcuni cittadini che vorrebbero portare in processione la statua di S.Isidoro e le forze dell’ordine che impongono la politica di austerità disposta dal Comune dopo le polemiche seguite alle celebrazioni del 1881: l’anno successivo, dando seguito alle insistenti richieste popolari, la festa del Santo verrà riproposta con più solenni festeggiamenti. Nell’annuario del Regno, figurano funzionare a Giarre le seguenti attività: 4 notai, 1 agente assicurativo, 3 agro condotti, 4 commercianti di agrumi, 2 albergatori, 4 armaioli, 3 commercianti di bestiame, 3 caffettieri, 2 commercianti di calce, 7 di calzature, 3 di canapa, 3 fabbricanti di candele di cera, 1 di cappelli, 4 cartolai, 33 commercianti di cereali, 4 di generi coloniali, 1 droghiere, 8 ebanisti, 3 commercianti di essenze, 7 di farine, 9 ferramenta, 1 commerciante di filati di cotone, 3 di formaggi, 1 di frutta secca, 2 legatori di libri, 22 commercianti di legname, 2 di maioliche, 12 merciai, 4 molini a vapore, 5 produttori di olio di oliva e di semi, 7 orefici, 16 panettieri, 6 fabbricanti di paste alimentari, 20 commercianti di pellami, 2 pizzicagnoli, 2 ramai, 3 produttori di saponi, 8 sarti, 9 commercianti di spiriti, 1 negoziante di stoviglie, 10 di tessuti, 2 tipografi, 3 esportatori di vini, 17 avvocati, 5 farmacisti, 6 architetti, 7 medici chirurghi, 3 pittori.

1895 Il 26 maggio l'avv. Paolo Castorina, unico candidato in lista per il parlamento, viene riconfermato con 1.357 voti, 13 quelli dispersi. Il 29 settembre viene inaugurata la ferrovia Circumetnea: “Due treni partirono contemporaneamente dai due capolinea, Giarre e Catania, trasportando gli invitati: i treni si incontrarono alla stazione di Randazzo. Assistettero le autorità della provincia e i sindaci dei comuni consorziati per la costruzione della linea. Le stazioni erano pavesate di bandiere e ornate di fiori: le bande suonavano gli inni reale e di Garibaldi. Molta folla acclamava i treni inaugurali. Alla stazione di Randazzo, la società costruttrice offerse un banchetto agli invitati” (Corriere della Sera). L'anno successivo verrà aperta la tratta metropolitana che collega Giarre con Riposto. A Riposto, ampliando una vecchia cappella costruita all'inizio del XIX secolo, viene realizzata la chiesa dell'Addolorata con annesso convento ed orfanotrofio delle suore di S.Vincenzo Pallotti. Dopo 70 anni di attesa, S.Pietro viene ufficialmente riconosciuto patrono unico di Riposto. Il Comune di Giarre elabora un progetto per ripristinare l'antico banco dei giurati collocato nella chiesa del Duomo e rimosso nel 1887: si tratta di una struttura in marmo con lo stemma della città che, però, non verrà mai realizzata. Attivata una nuova condotta idrica per portare l’acqua dalla frazione di S.Alfio a Giarre.

1896: Una società privata presenta un progetto per la realizzazione di una linea tramviaria che colleghi gli abitati di Giarre e Riposto passando per via Archimede, piazza Stazione, via Callipoli, via Etna; il progetto non avrà alcun seguito. Il Comune di Riposto presenta al regio commissario per la Sicilia una richiesta di ampliamento del proprio territorio verso nord a discapito del Comune di Mascali. Nella notte tra il 14 ed il 15 marzo, il delegato di P.S. sventa una rapina ai danni di un facoltoso borghese di S.Giovanni, arrestando, dopo un conflitto a fuoco, quattro malviventi. Una violenta mareggiata provoca notevoli danni al carcere di Riposto: non sarà eseguito alcun lavoro di ripristino perché la costruzione della nuova prigione di Giarre è in fase di ultimazione. Il forte di Riposto viene così abbandonato alla rovina: sarà abbattuto nel 1920 per lasciare spazio al nuovo lungomare.

1897: In una birreria del centro, viene costituita dall'avv. Cosimo Cucinotta una sezione del Circolo Scacchistico Catanese: è la prima società sportiva della città. Nel corso del medesimo anno, l'etnografo palermitano Giuseppe Pitrè pubblica una raccolta di indovinelli siciliani. Tra questi ve n'è uno, tramandato a Modica, che sottolinea il doppio centro urbano di Giarre e Riposto: "Tiegnu li giarri miei ni lu ripuostu e lu ripuostu miu dintra li giarri" ("Tengo le mie giare dentro il ripostiglio ed il ripostiglio dentro le giare"). Poco prima delle elezioni politiche, il prefetto di Catania Dall’Oglio scioglie il Comune di Giarre nominando Angelo Pesce commissario straordinario. Il 21 marzo le elezioni per il rinnovo della Camera dei Deputati vedono contrapposti, nel collegio di Giarre, l’avvocato Paolo Castorina, deputato uscente, e Onofrio Perrotta Fiamingo, possidente di Catania che gode dell'appoggio governativo. Al termine dello scrutinio prevale Perrotta con 973 voti contro i 750 di Castorina. Le operazioni di voto si svolgono in un clima di grande tensione, contraddistinto da tafferugli, arresti arbitrari, intimidazioni, mandati di cattura non eseguiti mentre un cordone militare impedisce l'accesso al seggio agli elettori ostili al candidato governativo. Sollecitato da una inchiesta della Stampa di Torino ("Inauditi casi di corruzione elettorale in Sicilia") e da un intervento parlamentare del capo dell'opposizione Giovanni Giolitti ("Mai è occorso un fatto di una gravità simile a quello deplorato per l'elezione di Giarre e cioè che si siano adoperati i soldati per violentare la volontà elettorale"), il presidente del Consiglio, on. Di Rudinì, promette una inchiesta severa. Tutta la nazione discute dei fatti giarresi, come testimonia un articolo dell’Avanti!: “Oggi si mena grande scalpore per la dilagante corruzione nel sud. Il caso di Giarre ha fornito materia ad allegri commenti alla Camera”. Dopo le elezioni politiche, Mariano Scandurra ritorna a ricoprire la carica di sindaco.

1898: Il 7 gennaio il comitato inquirente della giunta per le elezioni della Camera dei Deputati giunge a Catania. I deputati Nocito, Marsengo-Bastia e Stelluti-Scala, ricevuti dalle autorità civili e militari della provincia, si trattengono sino al 15 gennaio per interrogare tutti i soggetti coinvolti nello scandalo elettorale. Martedì 8 marzo il presidente del comitato dà lettura alla Camera della relazione conclusiva, così sintetizzata dalla Stampa: “Vivissimo interesse desta la discussione sull’elezione nel collegio di Giarre, Catania, risultando dalla relazione dell’on. Nocito corruzioni inaudite colà avvenute”. In particolare, la relazione cita le condotte illecite di “taluni ammoniti, e quindi sottoposti alla sorveglianza speciale della sicurezza pubblica, prosciolti nei giorni della lotta elettorale dagli obblighi che hanno gli ammoniti, convertiti anch’essi in ausiliari della lotta politica contro il candidato dell’opposizione (…). [Un mandato di cattura] rimase senza effetto e, da parecchi testimoni, si è posto in sodo che, non solo i due condannati nel giorno dell’elezione passeggiavano tranquillamente sulla pubblica piazza di Giarre, ma presero parte alla votazione passando sotto gli occhi del delegato di pubblica sicurezza. (…) [Un] ammonito, pur non essendo elettore, entrava ed usciva dalla sala elettorale accanto al delegato (…). Sciolto nel febbraio il consiglio comunale di Giarre, vi fu mandato un regio commissario il quale fece sentire gli effetti della sua energia contro gli impiegati del Comune che si credevano devoti al partito Castorina (…). Un inserviente municipale addetto all’ufficio di usciere della Conciliazione, venne dispensato perché partigiano del Castorina. Minacce del delegato di Giarre a influenti elettori, fra i quali un prete ottantenne, le pressioni a tutti i pubblici esercenti. Altre violenze e pressioni assunsero la forma di arresti arbitrari e delle non meno arbitrarie perquisizioni domiciliari. Il giorno delle elezioni, poi, una blinda di persone armate di grossi bastoni scese da S.Alfio dando la caccia a coloro che si presentavano a votare (…). Accadde lo sgombero forzato della sede dei partigiani del candidato governativo nel momento più solenne della votazione, quello dello spoglio delle schede (…) la soppressione delle schede di un candidato con la sostituzione d’altre schede.” La relazione si conclude con la grave accusa che “guardiani della legge si siano mostrati quasi favoreggiatori del delitto” e, come leggiamo sulla Stampa, “Nocito provoca viva ilarità, allorché, dopo aver narrate tutte queste cose, aggiunge <<E non sarei che al principio! La mia relazione ne potrebbe contenere il doppio!>>”. Prende la parola l’on.Giolitti: “Noi non possiamo permettere che in Italia i nostri soldati, i quali devono difendere l’onore della nazione contro il nemico, siano disposti a presenziare e a tollerare inaudite violenze”. Dopo l’interevento del capo dell’opposizione, prosegue La Stampa, “La Camera è ora assai più popolata, molti deputati essendo accorsi dai corridoi. Presenziano oltre 200 deputati. La questione del collegio di Giarre che minacciava di farsi grossa, mutandosi in vera questione politica, fu abilmente sviata da Rudinì, il quale, annunziando che avrebbe immediatamente ordinata un’inchiesta con la promessa di punire i colpevoli, indusse l’on.Giolitti logicamente a dichiarare che si rimetteva al risultato dell’inchiesta”. Dopo un lungo dibattito, la Giunta per le elezioni chiederà l'annullamento delle operazioni di voto e sanzioni per il prefetto di Catania Dall'Oglio, peraltro trasferito immediatamente a Modena. Vivaci proteste alla Camera suscita anche una deliberazione del Consiglio Comunale di Giarre “colla quale si protesta contro le male arti che portarono al voto della Camera che annullava quella elezione, affermandola effetto d'Inganno”. Il 27 marzo l'unico candidato alle elezioni suppletive per il seggio di Giarre alla Camera dei Deputati, il ministeriale Onofrio Perrotta Fiamingo, viene eletto con 1.312 voti. Si sono recati alle urne soltanto 1.323 elettori sui 2.239 aventi diritto. Il 29 marzo viene aperto il carcere mandamentale di Giarre: può ospitare sino a 90 detenuti. 30 agosto: in seguito ad un mandato d’arresto spiccato dal giudice istruttore del Tribunale di Catania vengono condotti in carcere il delegato di sicurezza di Giarre, Vicario, ed una guardia di pubblica sicurezza per aver ingiustamente accusato di una rapina a mano armata, avvenuta a S.Alfio nel 1896, cinque fratelli “musicanti di Viagrande” e tale C. Panebianco di Mascali, poi condannati ad 8 anni e quattro mesi di reclusione. Da una cronaca del Resto del Carlino leggiamo che: “quei disgraziati invano si protestarono innocenti, facendo rifulgere la loro incolpabilità con mezzi chiari e sufficienti. Essi dovettero subire la pena così grave per l’opera triste e malvagia del delegato di pubblica sicurezza (…) che ebbe il coraggio e l’imprudenza di dar parvenza di realtà a cose assolutamente false e inesistenti, tradotte poi in capi d’accusa. Seppe, col concorso del timore del derubato, subornare la di luci serva la quale depose come testimone ciò che il delegato le aveva imposto di dire. Gli innocenti imputati e condannati sporsero querela contro la suddetta e allora questa intimorita narrò la lugubre storia delle sue affermazioni calunnianti l’onore e la probità dei condannati”. Il fatto di cronaca desta una grande eco in città, ma il nuovo processo contro il delegato ed il derubato si concluderà con la loro completa assoluzione, rivelando, a distanza di pochi anni, un clamoroso risvolto in chiave elettorale.   Il 15 ottobre si consuma una violenta rapina in una casa isolata nelle campagne di Giarre: “quattro galantuomini muniti di pistole e di fucili penetrarono nella casa di certo Giuseppe Sorbello, lo legarono ben bene e dopo averlo bastonato lo derubarono di parecchi oggetti d’oro e di 170 lire in denaro. Compiute le gesta, se la svignarono non lasciando traccia alcuna” (l’Avanti!).

1899: In gennaio suscita grande curiosità l’esposizione del corpo imbalsamato di una ragazza deceduta dopo una lunga malattia; il cadavere, seduto su una sedia, è stato composto dai membri della confraternita delle Anime purganti. In febbraio si registrano a Giarre, Riposto e Mascali violenti tumulti: le autorità di pubblica sicurezza li classificano come agitazioni “anti-giacobine” che offrono “un comodo pretesto a malintenzionati per saccheggiare case di ricchi commercianti”. Il 19 giugno il deputato socialista De Felice Giuffrida presenta una interrogazione parlamentare sul nuovo orario dei treni in Sicilia evidenziando il singolare caso della stazione di Giarre: “la cosa riesce biasimevole perché non è prodotta da un errore, da un equivoco o da una necessità ma da un fatto realmente voluto dalle due amministrazioni della Sicula e della Circumetnea che sono in lotta tra loro. Nientemeno il treno che da Catania va a Messina e a Giarre deve incontrare il treno che fa la linea Circumetnea parte un minuto prima dell’altro” creando inconvenienti ai viaggiatori ed alla corrispondenza. E' giallo sulla morte di un giovane ingegnere navale di Siracusa giunto a Riposto in visita ai parenti. Viene rinvenuto cadavere nella casa degli zii con un foro alla tempia: gli inquirenti rifiutano l’ipotesi del suicidio, sostenendo che si sia trattato di un tragico incidente causato dal cugino undicenne. Un sacerdote di Giarre viene ucciso a fucilate a Mascali mentre usciva dal proprio fondo: in tasca aveva 1.900 lire in contanti. Il 27 dicembre, una violenta mareggiata danneggia diverse abitazioni di Riposto, assottigliando la battigia sul litorale; in città si registrano diversi crolli e allagamenti: “Le onde erano altissime ed oltrepassando la grande spiaggia si sono spinte nelle strade che sboccano alla marina per più di 150 metri dentro l’abitato! Rinuncio a descrivervi le scene di dolore, di pianti e di desolazione dei poveri ripostesi. Certe case, distanti almeno 250 metri dal mare e con una elevazione sul livello di esso di più di 15 metri sono state completamente allagate e riempite di sabbia. Sono accorse sul luogo tutte le autorità della provincia. Il prefetto Bedendo con il delegato Pellicciotti da Giarre e la guardia urbana Leonardo Barbagallo, pure da Giarre, vennero investiti da una forte ondata che abbatté a terra il comm. Bedendo, il quale corse davvero serissimo pericolo di annegare, se oltre il delegato Pellicciotti e la guardia Barbagallo, non fossero accorsi Patanè Salvatore fu Lodovico, capitano di lungo corso, e Valenti Prospero, d’ignoti, facchino, entrambi di Riposto, i quali operarono un vero salvataggio. Fu portato a spalla di un uomo presso i signori Garufi, commercianti da Riposto, ed ivi fu fatto vestire di nuovi abiti. Il macello pubblico di Riposto fu completamente distrutto, non esistendo più che qualche rottame di muro, tutte le proprietà rivierasche (…) hanno subito seri danni. Di cento fusti di vino di sette ettolitri ognuno, chiusi nei magazzini dei signori Garufi, più di metà sono perduti non essendosi potuto ritrovarli ed il resto è completamente ricoperto di sabbia. (…) I danni superano i due milioni di lire. (…) Fondachello, piccola e ridente borgata, luogo di ritrovo di tutti i cittadini dei paesi circonvicini (…) non esiste più! Molte e molte povere famiglie restarono senza tetto e senza vitto” (Corriere della Sera). Al riguardo, Giuseppe Antonio Mercurio, cinquanta anni prima, osservava che “quella parte di Riposto che fu edificata lungo la sponda del mare innanzi lo stradone da Giarre a Riposto, è esposta a molti pericoli. Ed in primo per la prossimità del mare allorchè questo diviene tempestoso, le case sono inondate e coloro che le abitano costretti ad abbandonarle, e molte di esse sono state atterrate dall’impeto delle onde”. Due treni in transito si scontrano alla stazione di Mascali: fortunatamente non si registrano vittime.

1900: Il liberale Raffaello Grasso viene nominato sindaco di Giarre. Alla Camera dei Deputati, invece, viene eletto l'unico candidato, Paolo Vagliasindi del Castello che raccoglie 1.440 voti; 31 quelli dispersi. Il giarrese Carmelo Patanè è il nuovo arciprete: dopo aver studiato al Pontificio Seminario di Roma, si è laureato in teologia e diritto canonico e civile. Aprono le prime sale da ballo pubbliche della città: i Saloni Papa e Sorbello ospitano soltanto gli uomini mentre le ballerine giungono appositamente in treno da Catania. Al piano del Carmine si esibisce, invece, l’opera dei cavalli cioè il circo equestre. Il 12 febbraio a Giarre ed a Riposto si tengono dimostrazioni di protesta contro l’aumento della tassa sugli spiriti.

1901: Il primo censimento del nuovo secolo assegna a Giarre una popolazione di 20.075 abitanti, a Riposto di 10.171 ed a Mascali di 8.066. I democratici riconquistano il palazzo di città: Lucio Quattrocchi viene eletto sindaco ritornando in carica dopo oltre 15 anni. Alle elezioni suppletive del 6 gennaio, il candidato costituzionale Onofrio Perrotta Fiamingo viene eletto alla Camera dei Deputati: con 1.113 preferenze prevale su Antonino Calabretta, maggiore del genio navale, anch'egli costituzionale che raccoglie 581 voti. Dopo il lungo restauro viene riaperta la chiesa dedicata a Santa Maria delle Grazie, la sua costruzione risale agli ultimi decenni del XIX secolo. In occasione del primo anniversario dell’assassinio del sovrano Umberto I, il Municipio fa collocare, sulla facciata dell’edificio che lo aveva ospitato, un medaglione celebrativo della sua visita a Giarre. Il 17 marzo il Consiglio comunale delibera la costruzione del mercato coperto e della pescheria al Piano dell’Angelo; nel corso della stessa seduta si dispone l’attualizzazione della toponomastica urbana: diverse strade cambiano nome, tra queste via Diodoro (diviene via Carlo Alberto), via Sirene (via Alfieri), via Cerere (via Manzoni), via Stabilimento (via Musumeci), via Esperia (via Quattrocchi). Il primo aprile, nella piazza di San Giovanni si tiene la prima dimostrazione contro la mafia: all’incontro partecipa il deputato socialista De Felice. Il 26 maggio viene finalmente approvato il progetto esecutivo per la bonifica dei terreni paludosi nel territorio di Mascali: lo stanziamento iniziale è di 31.000 lire mentre l’opera sarà completata nel decennio seguente.

1902: In una abitazione di Macchia nasce Alfio Russo, futuro direttore dei quotidiani La Sicilia di Catania, la Nazione di Firenze e del Corriere della Sera di Milano. Si attiva il primo servizio di trasporto su carrozze passeggeri: la corsa da Giarre a Macchia costa 50 centesimi, 1,20 sino a S.Alfio. ♦  Il 14 aprile, la Regina Madre Margherita di Savoia, in viaggio in Sicilia, fa sosta alla stazione di Giarre per incontrarsi con il senatore Luigi Gravina e la moglie.  ♦  In aprile, una delegazione di studenti maltesi in visita a Giarre. ♦  Il 30 settembre durante un violento temporale crolla il tetto di una casa colonica nelle campagne di Riposto causando la morte di una ragazza di diciannove anni. Il Corriere della Sera scrive che “nel comune di Giarre i danni sono enormi. I quartieri maggiormente danneggiati sono quelli di Sant’Isidoro, via Nuova, Archimede e il Fondaco Barone. La linea telegrafica è interrotta, le case allagate. In via Callipoli, il Lavinaio ingrossò spaventosamente, ruppe l’argine e allagò alquante case, danneggiando e asportando masserizie, ma dando fortunatamente tempo alle persone di mettersi in salvo. Nei locali del circolo socialista si sono riunite molte spiccate individualità, i rappresentanti della associazioni cittadine e la stampa per intendersi sui mezzi idonei per raccogliere soccorsi. Si faranno sottoscrizioni e una passeggiata di beneficienza”. Anche il Duomo riporta dei danni: “Durante il ciclone di Giarre, in una chiesa un lanternino soprastante ad un’immagine rovinò in mezzo alla navata producendo rumore immenso e generando grande panico fra i fedeli che si trovavano riuniti a pregare”. (Corriere della Sera). I delegati di un comitato Pro Sicilia costituitosi a Milano verranno in ottobre a portare soccorsi anche a Giarre.

1903: A Riposto sono attivi ben 18 stabilimenti enologici per la produzione di distillati e liquori; in città svettano numerose ciminiere. Un bizzarro sacerdote di Giarre – è stato fermato mentre, nottetempo, girava armato per le vie della città ed è famoso per collezionare gli oggetti più strani – viene sospeso dall’esercizio del culto dopo aver attaccato, con un lungo articolo apparso su un giornale locale, tutto il clero giarrese. Sarà riammesso all’esercizio delle sue funzioni dopo pubbliche scuse. Nonostante l’opposizione di Giarre, i borghi di S.Giovanni e S.Alfio ottengono dal Vescovo di Acireale l’elevazione ad Arcipretura; due arcipreti opereranno nello stesso Comune.

1904: Il 6 novembre il repubblicano Edoardo Pantano, unico candidato in lista, viene eletto in rappresentanza del collegio di Giarre alla Camera dei Deputati. Una impresa privata, gestita dai fratelli Di Mauro, stipula i primi contratti per la fornitura di acqua corrente alle abitazioni di Giarre. Il Municipio costituisce il corpo dei vigili urbani: sarà sciolto nel 1934 per ridurre le spese comunali e poi ricostituito nel dopoguerra. I vigili svolgeranno anche il servizio di spegnimento degli incendi. L’autorità sanitaria dispone la chiusura della scuola femminile di Macchia per il diffondersi di alcuni casi di tifo. Per la prima volta, nella frazione di S.Giovanni si tiene una fiera nel corso dei festeggiamenti per il santo patrono. In seguito al diffondersi di una epidemia di vajolo, il Municipio dispone l’isolamento dei malati. A Settembre un giovane giarrese ritornato da servizio militare ferisce gravemente la madre dopo aver scoperto che questa si era risposata dopo essere rimasta vedova.

1905: Viene fondata a Riposto la Banca cooperativa di piccolo credito S.Pietro. Sebastiano Fichera è il nuovo sindaco di Giarre. Le suore Serve dei poveri, insediatesi nell’anno in città, assumono il servizio di assistenza ai malati dell’ospedale S.Isidoro. Nel corso della sua visita in Sicilia, il 13 novembre il presidente del consiglio dei ministri, on. Fortis, si ferma alla stazione di Giarre: “Alle ore 15,15 il treno che reca il presidente del Consiglio on. Fortis, giunse alla stazione di Giarre Riposto, che era gremita di operai e di una folla di persone” (Corriere delle Puglie). Successivamente, Fortis si reca a Riposto “la vettura del presidente del consiglio, circondata dalle bandiere delle associazioni e preceduta dalla banda che suonava la marcia reale, avanzava al passo. Dai balconi delle case di Riposto, signore e popolane gettavano fiori” (Corriere della Sera).

1906: A Riposto viene aperta una Regia Scuola Superiore di Commercio: è tra le prime in Italia. Si concludono i lavori di ampliamento della stazione ferroviaria di Giarre-Riposto. Il 5 agosto iniziano a Riposto i lavori per la costruzione del porto; Gaetano Caltabiano racconta così l’evento: “Una marea di gente avviavasi, come prestabilito convegno, verso il lido del mare (…). Era incantevole l’aspetto che presentava la città: dappertutto bandiere tricolori, magnifici festoni di fiori (…) innumerevoli le bocce e i lampioncini multicolore (…). Alle nove e mezzo del mattino si udì il lungo fischio d’un treno, era quello lungamente atteso proveniente da Catania. Recava l’illustre deputato Edoardo Pantano, il Prefetto, il Sottoprefetto, alquanti deputati e senatori, le autorità militari della provincia. Erano ad attenderli in soprabito nero, guanti bianchi e il tradizionale cappello a staio i sindaci dei diversi Comuni etnei, nonché molti ufficiali della regia marina (…). Presero posto sotto un magnifico padiglione adorno di pregevoli drappi e d’un bel trofeo di bandiere di mezzo al quale, fra ghirlande, spiccavano i ritratti del re Vittorio Emanuele III e della regina Elena. Conclusasi la solenne cerimonia della benedizione della prima pietra, fu questa, dopo chiusovi ermeticamente l’atto commemorativo, fatta discendere con un singolare meccanismo, in fondo alle acque ed il fausto evento fu salutato dalle navi da guerra con 90 colpi di cannone, al cui rimbombo fecero eco (…) le campane di tutte le chiese e le sinfonie delle musiche che stavano sulle rive, gremite di popolo per l’estensione di due chilometri”. Il 31 ottobre, si consuma a Giarre una tragedia sentimentale: una giovane si sucida con un colpo di pistola al cuore mentre il fidanzato, un avvocato locale, si uccide gettandosi sotto un treno in transito alla stazione di Giarre.

1907: Dopo la costruzione della centrale idroelettrica dei fratelli Di Mauro, viene realizzato un impianto di illuminazione pubblica con lampade ad incandescenza. Per la prima volta una illuminazione automatica rischiara le notti in via Callipoli, piazza Duomo e via Archimede; nelle memorie di Lorenzo Vigo Fazio leggiamo una cronaca dell'evento: "Giarre era, dunque, illuminata a petrolio; ma vi fervevano i lavori per portare a termine una centrale idroelettrica; e già, nelle vie principali, si dondolavano al vento le grandi lampade sospese al sopra del centro della carreggiata. Nei circoli e nelle famiglie si faceva un gran discorrere dell'imminente grandioso cambiamento che avrebbe rischiarato a giorno l'abitato (...). Ma una domenica, il giorno era finito, il paese rimaneva nell'ombra, i fanali non venivano accesi, allorché improvvisamente brillarono sospesi nell'aria i globi luminosi delle grandi lampade ad arco, nelle vie principali (...). Fragorosi battimani e grida di giubilo si levarono, in un coro immenso, dai marciapiedi, dai balconi, dalle terrazze, per salutare la splendida venuta, in Giarre, di quella misteriosa, nuova energia, con cui potevasi d'un subito cangiare la tenebra della mezzanotte in fulgor meridiano". Un antiquario di Roma presenta un’offerta per acquistare uno storico arazzo con lo stemma municipale e, ricamate in oro, le lettere C G (Città di Giarre) sormontate da una corona con le sette torri della Contea. Il consiglio comunale autorizza la vendita del cimelio per 1.500 lire ma l'arciprete Patanè, nella cui chiesa è custodito l’arazzo, invocando il possesso vale titolo, ne rivendica la proprietà esclusiva per la "secolare appartenenza alla chiesa di Giarre" e perché "oggetto extra commercium che nessuno può alienare". Un articolo del Corriere di Catania critica duramente l’operato del sindaco: "Nel dichiaratorio sindacale, si minaccia il parroco di responsabilità penale e ciò spiega il fatto come un assessore, che vantasi professore di diritto commerciale e marittimo, ebbe a dichiarare in pubblico consiglio che, ove mai il reverendo arciprete non consegnasse l'arazzo, sarebbe querelato. Forse l'egregio assessore, nella foga oratoria, tanto abituale in lui, lasciò sfuggirsi dalle labbra, inopinatamente tale assurdo, contro un'autorità ecclesiastica che altra colpa non ha se non quella di voler conservare alla Città un oggetto prezioso sia pel suo valore che per l'antichità". In Gennaio, una profonda commozione suscita il ritrevamento del corpo decapitato di una bambina di tre anni nelle campagne di Mascali. Alla guida del Municipio, si succedono tre commissari straordinari: Vittorio Colli, Ettore Prima e Giovanni Garzoli; finalmente Mariano Scandurra viene nominato primo cittadino. Il Ministro del Tesoro, Angelo Majorana, gravemente malato, si ritira nella sua villa di Giarre per la convalescenza: morirà qualche anno dopo. Il 13 ottobre un capraio di Mascali viene accusato di essere l’autore dell’efferato omicidio di una bambina: verrà condannato all’ergastolo.

1908: La ditta Di Mauro inizia la distribuzione dell’energia elettrica nelle private abitazioni. Il 29 febbraio, nel corso delle manifestazioni in Sicilia contro l’arresto del deputato Nasi, a Riposto viene avviata una raccolta di sottoscrizioni per indire un plebiscito con cui si “proclami la separazione amministrativa della Sicilia dal resto d’Italia, sotto lo scettro di Vittorio Emanuele, mantenendo intera l’unità politica italiana” (Corriere della Sera). Il 12 luglio nasce a Giarre Michele Federico Sciacca, noto filosofo dello Spiritualismo cristiano; in una sua lettera leggiamo una brillante descrizione della città: “Giarre, cittadina del catanese, si adagia sulla sponda ionica della Sicilia, tra il mare e la collina. Sulla testa dei suoi abitanti incombe la Montagna, temuta e familiare, l’Etna, casa di Vulcano, abitacolo di Polifemo, ciclope sfortunato con Ulisse l’astuto, estrema dimora di chi di persona volle conoscerne gli abissi, l’estroso Empedocle, primo erede del cielo, andato a male come altri siciliani che, in vario modo, l’hanno imitato nell’escogitar trovate per passare da dei. Centro agricolo per vini ed agrumi, commerciava attraverso il vicinissimo molo di Riposto. La piazza della Matrice era luogo di convegno, salotto buono e camera di servizio: i signori vi trascorrevano la loro vita attiva, d’inverno a giocare e conversare al circolo e, d’estate, ai tavoli allineati ai marciapiedi, con in più il rito antimeridiano della granita e quello serale del gelato. Tutte le domeniche, concerto bandistico”. Dalle ore 16 del 17 novembre per circa 20 ore un violento nubifragio colpisce la costa jonico-etnea: a Giarre si registrano 2 morti, 3 feriti ed oltre cinquanta senza tetto mentre a Riposto si contano due morti ed oltre 20  case crollate, la marineria riporta grandi danni. Su La Stampa del 20 novembre leggiamo che “A Riposto, questa notte, un violento alluvione ha fatto crollare una casa, facendo una vittima. Molte famiglie sono rimaste prive di tutto. Quasi tutte le barche pescherecce sono rimaste distrutte (…). La piana di Mascali, Riposto e Giarre sono ridotte in una squallida plaga. I soldati del genio lavorano attualmente alla costruzione di ponti provvisori ed alla riattivazione della ferrovia Messina-Catania. Un treno diretto alla stazione di Carruba è rimasto bloccato essendosi rotto il ponte. Tutta la regione attorno a Giarre è trasformata in torrente. Il cimitero di Giarre venne invaso dalle acque che scoperchiarono le tombe e trasportarono i cadaveri al mare. Il vetturino Puglisi e sua moglie furono travolti dalla corrente e sono scomparsi. (…) Gli scomparsi sono molti. Se ne enumerano tra i contadini una ventina (…). A Riposto i danni sono ancora più gravi. La via verso Giarre, per circa 600 metri è interamente ostruita da materiali e rottami. Tutto un quartiere è allagato. La maestra Quattrocchi, travolta col materiale della casa, e certo R. sono annegati. I cadaveri furono trasportati a mare e non sono ancora stati ritrovati. (…) La Tribuna dice che a Riposto le case atterrate dall’alluvione sono 500”. Il Corriere della Sera offre spedisce a Giarre un inviato che aggiunge ulteriori dettagli alla tragedia: “la prima impressione riportata entrando in Giarre è stata desolantissima: nei volti cittadini si leggeva il dolore per l’immane sciagura senza precedenti (...) Gli episodi di salvataggio sono innumerevoli. Può affermarsi che ogni capo di famiglia sia stato l’umile eroe della notte. Inutilmente si gridava a soccorso. Nessuno poteva correre in aiuto poiché in ogni posto si pensava alla propria salvezza (...) Nei pressi della stazione ferroviaria di Giarre dimorava la famiglia del cocchiere Mariano Puglisi, composta dalla moglie e da tre figli: la piena dopo aver devastato completamente l’abitazione trascinò per circa due chilometri la moglie Filomena, quarantenne, trasportandola fino al mare dove scomparve. Il marito si salvò miracolosamente per l’intervento delle persone di servizio del Sen. Gravina, che affrontando il pericolo si diedero con slancio all’opera di salvataggio. Dopo alcune ore il mare gettò sulla spiaggia il cadavere della disgraziata donna. (…) L’ospedale di Giarre è fortemente danneggiato. La sala delle donne è invasa fino all’altezza di metri 1,50 dall’acqua. Le suore addette al servizio operarono miracoli per salvare gli infermi nelle pericolanti gallerie. Le sorgenti d’acqua per l’energia elettrica [la centrale idroelettrica dei fratelli Di Mauro, ndr] furono ostruite con grave danno. I proprietari sostengono ingenti spese per ridare l’illuminazione alla città di Giarre, facendo lavorare anche di notte con torce a vento.” A Riposto “la maestra comunale, Angelina Quattrocchi, rimase seppellita sotto le macerie; Rosario Raciti, bracciante, fu trascinato dalla corrente e annegò miseramente”. “Molti abitanti si rifugiarono nei locali delle scuole municipali (...) Gli ospedali sono pieni di feriti: alcuni quartieri sono totalmente distrutti, molti gravemente danneggiati. Le abitazioni della città e dei suburbi sono allagate. Le popolazioni si sono rifugiate anche nelle chiese. La viabilità è interamente distrutta. (…) I cimiteri sono completamente sconvolti: distrutti i muri di cinta e i monumenti: i cadaveri dissotterrati e trascinati”. La stazione ferroviaria di Giarre rimane completamente isolata ed “il treno diretto per il continente sulla linea di Messina rimase bloccato in aperta campagna per l’intera notte (…) conteneva circa 400 viaggiatori”. Per ripristinare la linea ferroviaria verranno inviati circa 300 operai, mentre vengono inviati a Riposto circa "500 soldati zappatori che hanno coadiuvato allo sgombero delle vie”. Il Ministero dell'Interno invia un contributo di 50.000 lire pro alluvionati. Il 28 dicembre il violento terremoto che distrugge Messina causa 4 morti a Giarre, 40 morti (13 dei quali nel borgo di Torre) e 35 feriti a Riposto (Corriere della Sera). Nella città marinara una onda sismica di oltre 10 metri provoca diversi crolli nella zona del porto. A San Giovanni si registrano un morto e diversi feriti nel crollo di 10 abitazioni, mentre a Giarre molti edifici risultano lesionati e, tra questi, anche il Duomo che riporta notevoli danni al lanternino posto sulla cupola. Leggiamo su La Stampa: “Purtroppo il terremoto non si è limitato a produrre in Sicilia enormi danni a Messina: Giarre e Riposto anche furono colpite dal disastro. La Tribuna riceve il seguente telegramma da Giarre: <<Un nuovo immane disastro colpisce Giarre e Riposto ed altri paesi della costa orientale della Sicilia. In seguito alla scossa di terremoto di ieri, la popolazione, in preda a vivissimo terrore, si è riversata sulle vie e sulle piazze. A Riposto il terremoto è stato accompagnato da un’onda sismica alta dieci metri, seguita da un fremito microsismico della durata di dieci minuti: il mare si è ritirato fino allo scoglio maltese; poi si è sollevato a grande altezza e si è rovesciato sulla marina, invadendo le abitazioni adiacenti, incanalandosi vorticosamente per circa trecento metri e asportando i fusti delle barche da pesca (…). Il torrente impetuoso ha invaso la casa del calzolaio Salvatore Malvica. ed ha travolto le tre figlie. La maggiore è stata trovata tra i fusti in deposito ed è stata trascinata dalle onde. Le altre due figlie bambine trovarono la morte tra le barche da pesca. Un’altra bambina è stata trovata morta sulla spiaggia. Le onde sorpresero i  pescatori della borgata Torre apparecchiatisi alla partenza. Cinque pescatori sono morti, otto scomparsi. Dieci case sono crollate a San Giovanni, borgata di Giarre. Si lamentano un morto e molti feriti. I fabbricati di Giarre sono stati molto lesionati, specialmente il Duomo. A Riposto il Duomo, il Municipio, la torre del vecchio osservatorio e molte case hanno subito gravi danni”. Alcuni dei feriti di Messina verranno ricoverati nell’ospedale di Giarre, undici di questi moriranno nel corso del 1909. Lo scrittore Edmondo De Amicis, autore del Libro Cuore, nel libro "Ricordi di un viaggio in Sicilia" descrive un viaggio sulla ferrovia Circumetnea con partenza da Riposto. Mariano Sciacca è il nuovo sindaco di Giarre.

1909: Il 9 gennaio si registra una nuova forte scossa di terremoto a Macchia con alcuni crolli e danni alla chiesa già lesionata dalla scossa del 28 dicembre 1908. Il 7 marzo Edoardo Pantano, unico candidato e frattanto passato al partito radicale, viene riconfermato alla Camera dei Deputati con 2.194 voti, 8 quelli dispersi. Si conclude a Giarre il tour dell'Etna compiuto dal re d'Inghilterra Edoardo VII e dalla consorte Alessandra di Danimarca. Alle 15.30 del 26 aprile, dopo aver ricevuto l'acclamazione della folla e l’omaggio floreale di alcune bambine, i sovrani salgono sul treno speciale diretto a Catania, dove si imbarcheranno sullo Yacht Victoria & Albert. In novembre, nell'aula magna del ginnasio di Giarre, l'onorevole Edoardo Pantano tiene un discorso ("Il discorso di Giarre", titolano i giornali) particolarmente critico nei confronti del governo Giolitti. La manifestazione, preceduta da un banchetto a cui partecipano i sindaci di diverse città (Palermo, Catania, Marsala), trova ampio risalto sui quotidiani nazionali: La Stampa di Torino dedica la prima pagina all'avvenimento. L’8 dicembre a causa del malfunzionamento di uno scambio si verifica un incidente alla stazione ferroviaria di Giarre: un treno passeggeri proveniente da Messina urta alcuni carri merci in sosta causando alcuni feriti tra i passeggeri. “Molti viaggiatori, vinti dal panico si precipitarono dal treno, invasero furibondi la stazione, rompendo dei vetri e slanciandosi contro il personale che fuggì spaventato” (Corriere della Sera). Il progetto redatto dall’architetto giarrese Antonio De Francesco vince la gara indetta dal Comune per la costruzione di un’artistica fontana da collocare nella piazza Sangiorgio: l’opera, costata 5.000 lire, raffigura la dea Teti che doma diversi cavalli emergenti dalle acque. La statua, però, a causa della somiglianza con la moglie dell’autore (verrà detta la “Pupa”) e delle rimostranze delle autorità ecclesiastiche, sarà sostituita, dopo poco tempo, con quella del dio Nettuno. Successivamente anche la nuova fontana sarà spostata nella villa Margherita per far posto al monumento ai caduti. Il Comune indice un concorso pubblico per la nomina del nuovo direttore della banda municipale: i curricula dei 28 candidati vengono valutati dal Regio Conservatorio di Milano che sceglie il maestro Luigi Pucci; 2.400 lire il suo stipendio annuo.

1910: Il prof. Angelo Russo, docente presso l'Istituto nautico di Riposto, costituisce il gruppo locale dei Ragazzi Esploratori Italiani, ovvero dei futuri boy-scout. La pubblicazione di un anonimo manifesto anticlericale provoca aspre polemiche: tra Giarre e Riposto sono attive tre logge massoniche e, tra queste, la Mongibello conta oltre 80 affiliati. Il 30 agosto viene accolto trionfalmente a Riposto il colonnello Calabretta, comandante del cantiere navale militare di Castellammare di Stabia, scagionato in seguito ad una inchiesta del Ministero della marina dall’imputazione, dovuta ad una lettera anonima, di appropriazione indebita, frode ai danni dello Stato e peculato. Il 19 ottobre muore nella sua villa di Giarre il senatore Luigi Gravina; nato a Catania nel 1830, già deputato del collegio giarrese nel corso della XIII legislatura, era stato Prefetto nelle più importanti città italiane tra le quali Bologna (1876), Napoli (1877), Milano (1878-1879) e Roma (1878 e 1880-1890); sposato con la marchesa livornese, ma di origini francesi, Costanza Bougnelaux, negli ultimi anni della sua vita amava circondarsi di scrittori e artisti quali Giovanni Verga e l'architetto Ernesto Basile. Si concludono i lavori di bonifica della palude del Fondachello, sul litorale tra Riposto e Mascali. Gaetano Caltabiano ci offre una cronaca dettagliata della festa di S.Isidoro: “Le vie, le piazze, rigurgitavano di popolo: ad ogni passo crocchi di uomini, di donne attorno ai venditori ambulanti di panni, di mussoline, di cappelli, di berretti d’ogni maniera, di oggetti di terraglia, di cristallo, di porcellana (…). I ragazzi e le fanciulle si fermavano a guardare davanti le trabacche improvvisate dei dolcieri, o le tavole di giocattoli ov’erano esposti in vendita cavallini di cartapesta, di latta, di legno; delle bambole (…) dei piccoli treni e tanti altri ninnoli (…). Il mercato riboccava d’ogni ben di Dio: i piccioni, il pollame, i grani, i bei salami (…) i caci, le frutta, le ortaglie, i pesci vi facevano la loro bella mostra. Bandiva ognuno la sua merce con quanta ne aveva in gola e, levandola in aria, la decantava e poi con canti e suoni di tromba s’ingegnava di attirare a sé i compratori. Dappertutto un gran formicolio (…). Nelle osterie, nelle bettole si mangiava, si beveva, si cantava, si ballava al suono d’un organino (…). Era centro della festività il tempio che risuonava di sacri canti, sempre gremito di gente intenta alle orazioni, o a compiere il voto delle offerte. Così passò la maggior parte del giorno, finché arrivò l’ora delle corse (…). Al momento della gara, che si annunziava con diversi spari, migliaia di facce, migliaia di sguardi si volgevano a riguardare verso il principio della carriera; migliaia di uomini, di donne, di fanciulli, si sporgevano dai terrazzini, dalle finestre, dai terrazzi, o si levavano in punta di piedi per vederne la partenza. Quelli che volevano che il sauro, lo sturno, il morello, il pomellato avessero il sopravvento sugli altri, li aizzavano al corso, malgrado il divieto dell’autorità municipale, a colpi di frusta o con alte grida (…). Alla fine di questo popolare intrattenimento, i cavalli cha avevano guadagnato il premio, coronati di ghirlande di fiori, venivano accompagnati dalle musiche e da un popolo festante. Fece seguito a questo spettacolo l’elevazione di grandiosi palloni mongolfier, imitanti diverse forme di animali. Fu dapprima mandato in aria un enorme toro che, con la testa levata e la grave andatura, parea godesse di trovarsi negli aerei campi; poi l’un dopo l’altro, un pesce, un’aquila, un elefante ed altri ancora fra grida di applauso e battimani. Intanto alitava la sera e, man mano, presero il posto della diurna luce un’infinità di favelle, che, ardendo di viva fiamma, faceano della notte uno splendido giorno. Erano di mirabile effetto le arcate a disegno, i candelabri di ferro da cui penzolavano una grande varietà di bocce, di fanaletti e di lampioncini alla veneta; le lampade e le ninfe elettriche  con proiezioni e riflessi di luce incantevoli. Quando tutte le vie furono illuminate, come da un nuovo sole, fu portato in giro, fuori dal tempio, il simulacro del Santo, su d’un artistico carro sacro, adorno di fiori, di festoni e di manipoli di spighe, sotto i cui archi stavano, come librati in volo, dei vaghi angioletti in atteggiamento di sorridere alle acclamazioni dei fedeli. Aprivano il religioso corteo, disposti su due file, varie confraternite seguite da un lungo stuolo di sacerdoti in cotta e stola che, d’un tratto, cantavano i loro salmi; lo chiudeva un coro di giovinetti in bianca veste con la fronte coronata di fiori e le ali d’oro, intonando gli inni sacri e seminando il cammino di fiori spicciolati. Indi seguiva una musica ed una folla di devoti di tutte le età. Dopo un lungo giro, fra spari di fuochi artificiali, il Santo fu riportato in chiesa ove si die’ fine alle funzioni religiose allo splendore di migliaia di ceri, di doppieri e di ninfe che davano bagliori e sprazzi di luce da fare del tempio un incanto. Il popolo sempre vago di nuovi intrattenimenti, recossi dal luogo sacro ai concerti in piazza ove furono eseguiti scelti pezzi musicali del Verdi, del Bellini, del Rossini che si protrassero fino alla mezzanotte. Ed in quest’ora appunto si diè il segnale dei fuochi pirotecnici”. Viene avanzata al competente Ministero dei lavori pubblici una richiesta per la costruzione di una ferrovia Trecastagni-Riposto con stazioni intermedie a Zafferana, Milo, S.Alfio, S.Giovanni, Macchia, Giarre. Allo scopo di evitarne le frequenti esondazioni, vengono eseguiti dei lavori per la sistemazione del torrente Macchia nei pressi di S.Maria la Strada.

 

 
   
 
 

 

 
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