1890:
Ultimati i lavori di pavimentazione, la piazza Duomo
viene finalmente aperta ai cittadini.
♦
In seguito alla querela di 125 depositanti, si apre il
procedimento penale per bancarotta fraudolenta e truffa
contro il direttore e il presidente del consiglio di
amministrazione della Banca di Credito di Giarre. Il
processo viene interrotto immediatamente per eseguire
una perizia che durerà oltre un anno.
♦
Anche la Francia attiva un proprio agente a Giarre: si
tratta di Paolo Caltabiano, come riportato sul
bollettino consolare pubblicato nell'anno.
♦
Dai rapporti consolari degli Stati Uniti leggiamo che: “Il
territorio del distretto [la provincia di Catania]
che produce la più grande quantità di vino è quello
di Giarre e Riposto, due paesi molto pittoreschi in
questa provincia, situati ad una distanza di 30
chilometri a nord-est della città. Giarre, con una
popolazione di 21.000 abitanti, è un centro agricolo,
principalmente di vigneti, mentre Riposto, con circa
10.000 abitanti è il porto caricatore”.
♦
Le crescenti richieste di celebrazione dei matrimoni in
orario serale inducono il Municipio ad introdurre una
sovrattassa per il consumo di olio e candele.
♦
Allo scopo di riunire tutte le scuole comunali
disseminate tra i vari plessi presi in affitto, il
Municipio delibera la costruzione del nuovo edificio
scolastico di piazza Macherione; sarà ultimato soltanto
nel 1933.
♦
I comuni di Giarre, Riposto e Mascali partecipano al
consorzio di enti locali per la bonifica del pantano
della Gurna nel territorio mascalese.
1891:
Il nuovo primo cittadino giarrese è Mariano Scandurra.
♦
Il Municipio istituisce una condotta medico-chirurgica
per i poveri e delibera la costruzione del quarto
cimitero comunale nella frazione di Milo.
♦
La Giunta per le elezioni, nel corso dello svolgimento
della propria relazione alla Camera, avanza il sospetto
che nel collegio di Giarre, nel corso delle elezioni
politiche del 1890, siano stati aggiunti
fraudolentemente voti tramite l’iscrizione fasulla di
numerosi elettori nelle liste. Da una prima verifica
condotta dalla Giunta, risultano irreperibili 427
elettori iscritti nelle liste di riscontro. In seguito
ad una ricerca ordinata dalla Giunta ed eseguita dagli
uscieri comunali, dopo un mese di tentativi, ne vengono
rintracciati 215. Degli elettori “fantasma” si scoprirà
che uno era già deceduto, uno recluso in carcere da
quattro anni, uno paralitico ed uno arruolato nel regio
esercito. Alla Camera, il deputato socialista Cavallotti
chiede l’annullamento della votazione esclamando “Chi
vorrebbe sedere in una Camera dove è autorizzato il
sospetto che, per entrare, basta ricorrere agli
artificii che sono consegnati in questa relazione?”,
sebbene, come sostiene il liberale Sidney Sonnino, anche
non computando i voti raccolti nel seggio di Giarre,
l’eletto Nicolosi avrebbe prevalso comunque. Dal testo
della relazione della Giunta per le elezioni, presieduta
dall’On.Tittoni, emergono altri particolari ed
irregolarità: “va notato che l’uso di riempire i
verbali prima della votazione od accomodarli dopo, senza
darsi nessun pensiero dei veri risultati, si dice essere
consacrato da lunga tradizione, essere ormai
procedimento consuetudinario in quei collegi deve
sarebbe praticato fin dal 1862”, infatti, proprio a
Giarre “venne un elettore e ci disse: i componenti
del seggio hanno dichiarato a voi, Comitato inquirente,
che il risultato consegnato nel verbale è il vero, ma il
segretario si dimentica che, dopo proclamato il
risultato dello scrutinio, io mi presentai a lui e lo
pregai di appuntarmi il risultato stesso, perché andavo
raccogliendo i risultati di tutte le sezioni. Il
segretario fece questo appunto e lo firmò: ed io sono in
possesso di questo foglio. E’ stato chiamato il
segretario della sezione; egli ha ammesso di aver
rilasciato questo appunto e riconobbe il suo carattere e
la sua firma: mia disse che l’aveva rilasciato, non già
dopo la proclamazione, ma dopo lo spoglio della metà
appena delle schede. Sicché l’appunto era vero, ma non
si riferisce al risultato totale, ma al parziale. Ora un
altro indizio ci ha convinti che il segretario non ha
detto il vero. Perché si dà questa strana combinazione:
che, mentre i voti dei tre proclamati sono
considerevolmente minori di quelli che si trovano nel
verbale, i voti dei non proclamati, per una strana
combinazione, sono corrispondenti a quelli che nel
verbale risultano avere avuti. Dunque, perché il
segretario avesse detta la verità, si sarebbe dovuto
avere questo caso stranissimo: cioè che i pochi voti
riportati dai non proclamati fossero capitati
precisamente nella prima metà delle schede spogliate e
che nella seconda metà non ce ne fosse nessuno”.
L’otto giugno, la Camera deciderà di annullare
l’elezione e di trasmettere gli atti all’autorità
giudiziaria.
♦
Una relazione della Geologists’ Association americana
dedica un non lusinghiero giudizio sulle strutture
ricettive della città: “Giacché gli espressi si
fermano qui, supposi che si trattasse di un posto di una
qualche importanza, ma l’ho trovato un semplice
villaggio, con la sistemazione campagnola più sporca
possibile”.
1892:
Arturo Adelasio è nominato commissario straordinario per
il disciolto Comune di Giarre.
♦
Si dimettono tutti i consiglieri comunali di Riposto
perché il Municipio è sull’orlo del dissesto finanziario
dopo il sequestro di tutte le entrate per dazi comunali
operato dalla Società Sicula Ferrovia Circumetnea.
♦
Il 13 luglio si registra una scossa di terremoto;
nonostante provochi soltanto lievi danni, il New York
Times riferisce della distruzione della città: "Il
villaggio siciliano di Giarre distrutto da un terremoto.
Una forte scossa, registrata questa mattina, ha ridotto
in rovina il villaggio di Giarre, sulla costa della
Sicilia, a cinque ore di viaggio dai crateri del
vulcano. La popolazione di Giarre è di circa 18.000
abitanti. Non viene riportata alcuna vittima, ma si teme
che molti possano essere periti”.
♦
A settembre, il Tribunale di Catania giudica un docente
del ginnasio di Giarre colpevole di quattro imputazioni
di corruzione che sarebbero avvenute nel 1888: il
docente di letteratura italiana “avrebbe accettato
denaro dagli studenti per approvarli agli esami e lo
condannò a 3 anni e 8 mesi di reclusione e a L. 1.300 di
multa ed alla interdizione perpetua dai pubblici uffici”
(Corriere della Sera). Nel 1893 verrà amnistiato e
rimesso in libertà.
♦
Il 6 novembre l'avvocato acese Paolo Castorina,
candidato ministeriale, viene eletto, con 2.504 voti,
alla Camera dei Deputati in rappresentanza del collegio
di Giarre. Precede il radicale Lucio Quattrocchi
(1.447), già sindaco del paese.
♦
In dicembre si costituisce a Riposto il fascio siciliano
dei lavoratori; l’organizzazione ripostese, tuttavia,
rigettando il principio della lotta di classe, verrà
considerata eterodossa.
♦
L'architetto Carlo Sada elabora un progetto, che rimarrà
inattuato, per la realizzazione di una chiesa in stile
neo-gotico a Riposto.
1893:
Salvatore Musumeci è il nuovo sindaco di Giarre.
♦
Il 7 febbraio viene depositata la sentenza che omologa
il concordato fallimentare della Banca di Credito di
Giarre: il cavalier Di Prima, presidente del consiglio
di amministrazione, si assume l’accollo di tutti i
crediti e del passivo della banca, versando il 65% dei
depositi non ancora restituiti ai clienti. Il primo
luglio, l’On. De Felice Giuffrida presenta una
interrogazione alla Camera per conoscere le motivazioni
del “ritardo frapposto al disbrigo del processo per
bancarotta fraudolenta contro gli amministratori della
Banca di Credito di Giarre”, i quali “essendo
amici del governo, anzi di tutti i governi [che si
sono succeduti dal fallimento del 1887], coloro che
sono responsabili dei fatti accaduti a Giarre, si
ritiene che tutti con molto fondamento di verità, che si
tratti di un beneficio accordato a coloro che hanno
fatto tutte le elezioni amministrative e politiche nella
città di Giarre a beneficio di tutti i governi. Ora
siccome questa città versa in cattivissime condizioni
economiche in seguito al fallimento della banca e
siccome è stato rovinato non il grosso capitale ma
quello dei piccoli risparmi e del piccolo commercio, io
raccomando al governo che sia usato il massimo rigore
verso i responsabili dei danni”. L’On. Castorina,
intervenendo nel dibattito parlamentare, rivela
ulteriori particolari: “al curatore del fallimento
erano state attribuite 15.000 lire di competenze di 15 o
16 mesi di amministrazione - mentre al di lui
predecessore per circa sei mesi furono tassate circa
lire 600 - 4.000 lire per spese di carrozzella e altro
occorrente, 2.000 per competenze di un aiutante, che
dicesi di lui parente, 15.000 per avvocati ed un
procuratore i quali poi si contentarono in tutto di sole
2.000 lire. E si noti che durante a gestione esso
curatore non esigette che 32.000 lire”.
♦
Nella notte tra l’1 ed il 2 marzo, si registra la
spettacolare evasione di due carcerati dal forte di
Riposto.
♦
Il 26 maggio nel corso di una seduta della Camera dei
deputati, Napoleone Colajanni accusa il governo Giolitti
di aver manipolato le elezioni politiche del 1892 in
Sicilia mediante la cancellazione dalle liste elettorali
di elettori ostili al governo e la nomina di commissari
straordinari favorevoli nei comuni disciolti: “L’autorità
giudiziaria si sveglia proprio nel mese di ottobre e nel
collegio di Giarre, per esempio, cancella mille elettori”,
a Riposto, “compiuta l’elezione, si affacciò a
balcone il commissario regio e ringraziò la cittadinanza
a nome del governo per la grande maggioranza data al
candidato ministeriale”. Il giorno successivo, il
deputato eletto nel collegio di Giarre, on. Castorina,
risponde che il commissario regio di Riposto ringraziò
tutti “tanto
compresi i nuovi eletti, quanto gli elettori perché
avevano mantenuto un contegno correttissimo durante le
elezioni amministrative e politiche e si dichiarò lieto
dei risultati”.
♦
In estate scarseggia l’acqua a Giarre: si sopperisce
grazie alla filantropica donazione di un privato che
mette a disposizione del Municipio i propri pozzi.
♦
In autunno, nel corso delle manifestazioni organizzate
dal movimento dei fasci siciliani, anche a Giarre e
Riposto si registrano delle proteste di piazza.
1894:
Il 24 gennaio sbarcano in Sicilia le truppe inviate dal
governo per reprimere le manifestazioni dei fasci
siciliani: anche a Giarre “giunsero forti
distaccamenti di truppa, accolti con entusiastiche
dimostrazioni dalle autorità, dai sodalizi, dalle
popolazioni con musiche” (Corriere della Sera). La
prima operazione condotta dai militari consiste
nell’invito rivolto alla popolazione di consegna di
tutte le armi da fuoco: “a Riposto si consegnarono
due cannoncini. A Giarre quattro cannoni” (31
gennaio). A Macchia viene sciolto il fascio dei
lavoratori (Società di Mutuo Soccorso Francesco Crispi):
“furono sequestrati la bandiera, la tabella, i
registri nonché il porta calamaio con la scritta <<Il
Giuramento dei lavoratori>>, così concepito: <<Giuro di
eseguire fedelmente tutte le leggi del Fascio e di fare
ogni cosa che da esso sia imposta e ugualmente spero che
vorrete fare tutti voialtri, fratelli, lavoratori>>”
(Corriere della Sera). Il 3 febbraio vengono sequestrati
tutti i giornali stampati nel continente.
♦
Il 25 febbraio, Giarre viene ricoperta da una fitta
coltre di neve: la Prefettura invia i soldati per
liberare le strade.
♦
In agosto, un terremoto, con epicentro a Nicolosi, causa diversi
danni agli edifici di Giarre; come riporta La Stampa, “A
Giarre crollarono tutti i muri delle campagne, una casa
nuova e la chiesa furono tutte screpolate. Lo spavento
in questo comune è grande. I contadini sgombrano le case
correndo via all’impazzata per la campagna ed emettendo
grida lamentose e pianti disperati”.
♦
Nel corso dei festeggiamenti per il santo patrono, si
registrano a Giarre degli incidenti tra alcuni cittadini
che vorrebbero portare in processione la statua di
S.Isidoro e le forze dell’ordine che impongono la
politica di austerità disposta dal Comune dopo le
polemiche seguite alle celebrazioni del 1881: l’anno
successivo, dando seguito alle insistenti richieste
popolari, la festa del Santo verrà riproposta con più
solenni festeggiamenti.
♦
Nell’annuario del Regno, figurano funzionare a Giarre le
seguenti attività: 4 notai, 1 agente assicurativo, 3
agro condotti, 4 commercianti di agrumi, 2 albergatori,
4 armaioli, 3 commercianti di bestiame, 3 caffettieri, 2
commercianti di calce, 7 di calzature, 3 di canapa, 3
fabbricanti di candele di cera, 1 di cappelli, 4
cartolai, 33 commercianti di cereali, 4 di generi
coloniali, 1 droghiere, 8 ebanisti, 3 commercianti di
essenze, 7 di farine, 9 ferramenta, 1 commerciante di
filati di cotone, 3 di formaggi, 1 di frutta secca, 2
legatori di libri, 22 commercianti di legname, 2 di
maioliche, 12 merciai, 4 molini a vapore, 5 produttori
di olio di oliva e di semi, 7 orefici, 16 panettieri, 6
fabbricanti di paste alimentari, 20 commercianti di
pellami, 2 pizzicagnoli, 2 ramai, 3 produttori di
saponi, 8 sarti, 9 commercianti di spiriti, 1 negoziante
di stoviglie, 10 di tessuti, 2 tipografi, 3 esportatori
di vini, 17 avvocati, 5 farmacisti, 6 architetti, 7
medici chirurghi, 3 pittori.
1895:
♦
Il 26 maggio l'avv. Paolo Castorina, unico candidato in
lista per il parlamento, viene riconfermato con 1.357
voti, 13 quelli dispersi.
♦
Il 29 settembre viene inaugurata la ferrovia Circumetnea:
“Due treni partirono contemporaneamente dai due
capolinea, Giarre e Catania, trasportando gli invitati:
i treni si incontrarono alla stazione di Randazzo.
Assistettero le autorità della provincia e i sindaci dei
comuni consorziati per la costruzione della linea. Le
stazioni erano pavesate di bandiere e ornate di fiori:
le bande suonavano gli inni reale e di Garibaldi. Molta
folla acclamava i treni inaugurali. Alla stazione di
Randazzo, la società costruttrice offerse un banchetto
agli invitati” (Corriere della Sera). L'anno successivo verrà
aperta la tratta metropolitana che collega Giarre con Riposto.
♦
A Riposto, ampliando una vecchia cappella costruita
all'inizio del XIX secolo, viene realizzata la chiesa
dell'Addolorata con annesso convento ed orfanotrofio
delle suore di S.Vincenzo Pallotti.
♦
Dopo 70 anni di attesa, S.Pietro viene ufficialmente
riconosciuto patrono unico di Riposto.
♦
Il Comune di Giarre elabora un progetto per ripristinare
l'antico banco dei giurati collocato nella chiesa del
Duomo e rimosso nel 1887: si tratta di una struttura in
marmo con lo stemma della città che, però, non verrà mai
realizzata.
♦
Attivata una nuova condotta idrica per portare l’acqua
dalla frazione di S.Alfio a Giarre.
1896:
Una società privata presenta un progetto per la
realizzazione di una linea tramviaria che colleghi gli
abitati di Giarre e Riposto passando per via Archimede,
piazza Stazione, via Callipoli, via Etna; il progetto
non avrà alcun seguito.
♦
Il Comune di Riposto presenta al regio commissario per
la Sicilia una richiesta di ampliamento del proprio
territorio verso nord a discapito del Comune di Mascali.
♦
Nella notte tra il 14 ed il 15 marzo, il delegato di
P.S. sventa una rapina ai danni di un facoltoso borghese
di S.Giovanni, arrestando, dopo un conflitto a fuoco,
quattro malviventi.
♦
Una violenta mareggiata provoca notevoli danni al
carcere di Riposto: non sarà eseguito alcun lavoro di
ripristino perché la costruzione della nuova prigione di
Giarre è in fase di ultimazione. Il forte di Riposto
viene così abbandonato alla rovina: sarà abbattuto nel
1920 per lasciare spazio al nuovo lungomare.
1897:
In una birreria del centro, viene costituita dall'avv.
Cosimo Cucinotta una sezione del Circolo Scacchistico
Catanese: è la prima società sportiva della città.
♦
Nel corso del medesimo anno, l'etnografo palermitano
Giuseppe Pitrè pubblica una raccolta di indovinelli
siciliani. Tra questi ve n'è uno, tramandato a Modica,
che sottolinea il doppio centro urbano di Giarre e
Riposto: "Tiegnu li giarri miei ni lu ripuostu e lu
ripuostu miu dintra li giarri" ("Tengo le mie giare
dentro il ripostiglio ed il ripostiglio dentro le
giare").
♦
Poco prima delle elezioni politiche, il prefetto di
Catania Dall’Oglio scioglie il Comune di Giarre
nominando Angelo Pesce commissario straordinario.
♦
Il 21 marzo le elezioni per il rinnovo della Camera dei
Deputati vedono contrapposti, nel collegio di Giarre,
l’avvocato Paolo Castorina, deputato uscente, e Onofrio
Perrotta Fiamingo, possidente di Catania che gode
dell'appoggio governativo. Al termine dello scrutinio
prevale Perrotta con 973 voti contro i 750 di Castorina.
Le operazioni di voto si svolgono in un clima di grande
tensione, contraddistinto da tafferugli, arresti
arbitrari, intimidazioni, mandati di cattura non
eseguiti mentre un cordone militare impedisce l'accesso
al seggio agli elettori ostili al candidato governativo.
Sollecitato da una inchiesta della Stampa di Torino ("Inauditi
casi di corruzione elettorale in Sicilia") e da un
intervento parlamentare del capo dell'opposizione
Giovanni Giolitti ("Mai è occorso un fatto di una
gravità simile a quello deplorato per l'elezione di
Giarre e cioè che si siano adoperati i soldati per
violentare la volontà elettorale"), il presidente
del Consiglio, on. Di Rudinì, promette una inchiesta
severa. Tutta la nazione discute dei fatti giarresi,
come testimonia un articolo dell’Avanti!: “Oggi si
mena grande scalpore per la dilagante corruzione nel
sud. Il caso di Giarre ha fornito materia ad allegri
commenti alla Camera”.
♦
Dopo le elezioni politiche, Mariano Scandurra ritorna a
ricoprire la carica di sindaco.
1898:
Il 7 gennaio il comitato inquirente della giunta per le
elezioni della Camera dei Deputati giunge a Catania. I
deputati Nocito, Marsengo-Bastia e Stelluti-Scala,
ricevuti dalle autorità civili e militari della
provincia, si trattengono sino al 15 gennaio per
interrogare tutti i soggetti coinvolti nello scandalo
elettorale. Martedì 8 marzo il presidente del comitato
dà lettura alla Camera della relazione conclusiva, così
sintetizzata dalla Stampa: “Vivissimo interesse desta
la discussione sull’elezione nel collegio di Giarre,
Catania, risultando dalla relazione dell’on. Nocito
corruzioni inaudite colà avvenute”. In particolare,
la relazione cita le condotte illecite di “taluni
ammoniti, e quindi sottoposti alla sorveglianza speciale
della sicurezza pubblica, prosciolti nei giorni della
lotta elettorale dagli obblighi che hanno gli ammoniti,
convertiti anch’essi in ausiliari della lotta politica
contro il candidato dell’opposizione (…). [Un
mandato di cattura] rimase senza effetto e, da
parecchi testimoni, si è posto in sodo che, non solo i
due condannati nel giorno dell’elezione passeggiavano
tranquillamente sulla pubblica piazza di Giarre, ma
presero parte alla votazione passando sotto gli occhi
del delegato di pubblica sicurezza. (…) [Un]
ammonito, pur non essendo elettore, entrava ed usciva
dalla sala elettorale accanto al delegato (…). Sciolto
nel febbraio il consiglio comunale di Giarre, vi fu
mandato un regio commissario il quale fece sentire gli
effetti della sua energia contro gli impiegati del
Comune che si credevano devoti al partito Castorina (…).
Un inserviente municipale addetto all’ufficio di usciere
della Conciliazione, venne dispensato perché partigiano
del Castorina. Minacce del delegato di Giarre a
influenti elettori, fra i quali un prete ottantenne, le
pressioni a tutti i pubblici esercenti. Altre violenze e
pressioni assunsero la forma di arresti arbitrari e
delle non meno arbitrarie perquisizioni domiciliari. Il
giorno delle elezioni, poi, una blinda di persone armate
di grossi bastoni scese da S.Alfio dando la caccia a
coloro che si presentavano a votare (…). Accadde lo
sgombero forzato della sede dei partigiani del candidato
governativo nel momento più solenne della votazione,
quello dello spoglio delle schede (…) la soppressione
delle schede di un candidato con la sostituzione d’altre
schede.” La relazione si conclude con la grave
accusa che “guardiani della legge si siano mostrati
quasi favoreggiatori del delitto” e, come leggiamo
sulla Stampa, “Nocito provoca viva ilarità, allorché,
dopo aver narrate tutte queste cose, aggiunge <<E non
sarei che al principio! La mia relazione ne potrebbe
contenere il doppio!>>”. Prende la parola l’on.Giolitti:
“Noi non possiamo permettere che in Italia i nostri
soldati, i quali devono difendere l’onore della nazione
contro il nemico, siano disposti a presenziare e a
tollerare inaudite violenze”. Dopo l’interevento del
capo dell’opposizione, prosegue La Stampa, “La Camera
è ora assai più popolata, molti deputati essendo accorsi
dai corridoi. Presenziano oltre 200 deputati. La
questione del collegio di Giarre che minacciava di farsi
grossa, mutandosi in vera questione politica, fu
abilmente sviata da Rudinì, il quale, annunziando che
avrebbe immediatamente ordinata un’inchiesta con la
promessa di punire i colpevoli, indusse l’on.Giolitti
logicamente a dichiarare che si rimetteva al risultato
dell’inchiesta”. Dopo un lungo dibattito, la Giunta
per le elezioni chiederà l'annullamento delle operazioni
di voto e sanzioni per il prefetto di Catania
Dall'Oglio, peraltro trasferito immediatamente a Modena.
♦
Vivaci proteste alla Camera suscita anche una
deliberazione del Consiglio Comunale di Giarre “colla
quale si protesta contro le male arti che portarono al
voto della Camera che annullava quella elezione,
affermandola effetto d'Inganno”.
♦
Il 27 marzo l'unico candidato alle elezioni suppletive
per il seggio di Giarre alla Camera dei Deputati, il
ministeriale Onofrio Perrotta Fiamingo, viene eletto con
1.312 voti. Si sono recati alle urne soltanto 1.323
elettori sui 2.239 aventi diritto.
♦
Il 29 marzo viene aperto il carcere mandamentale di
Giarre: può ospitare sino a 90 detenuti.
♦
30
agosto: in seguito ad un mandato d’arresto spiccato dal
giudice istruttore del Tribunale di Catania vengono
condotti in carcere il delegato di sicurezza di Giarre,
Vicario, ed una guardia di pubblica sicurezza
per aver ingiustamente accusato di una rapina a mano
armata, avvenuta a S.Alfio nel 1896, cinque fratelli “musicanti
di Viagrande” e tale C. Panebianco di Mascali, poi
condannati ad 8 anni e quattro mesi di reclusione. Da
una cronaca del Resto del Carlino leggiamo che: “quei
disgraziati invano si protestarono innocenti, facendo
rifulgere la loro incolpabilità con mezzi chiari e
sufficienti. Essi dovettero subire la pena così grave
per l’opera triste e malvagia del delegato di pubblica
sicurezza (…) che ebbe il coraggio e l’imprudenza di dar
parvenza di realtà a cose assolutamente false e
inesistenti, tradotte poi in capi d’accusa. Seppe, col
concorso del timore del derubato, subornare la di luci
serva la quale depose come testimone ciò che il delegato
le aveva imposto di dire. Gli innocenti imputati e
condannati sporsero querela contro la suddetta e allora
questa intimorita narrò la lugubre storia delle sue
affermazioni calunnianti l’onore e la probità dei
condannati”. Il fatto di cronaca desta una grande
eco in città, ma il nuovo processo contro il delegato ed
il derubato si concluderà con la loro completa
assoluzione, rivelando, a distanza di pochi anni, un
clamoroso risvolto in chiave elettorale. ♦
Il 15 ottobre si consuma una violenta rapina in una casa
isolata nelle campagne di Giarre: “quattro galantuomini
muniti di pistole e di fucili penetrarono nella casa di
certo Giuseppe Sorbello, lo legarono ben bene e dopo
averlo bastonato lo derubarono di parecchi oggetti d’oro
e di 170 lire in denaro. Compiute le gesta, se la
svignarono non lasciando traccia alcuna” (l’Avanti!).
1899:
In gennaio suscita grande curiosità l’esposizione del
corpo imbalsamato di una ragazza deceduta dopo una lunga
malattia; il cadavere, seduto su una sedia, è stato
composto dai membri della confraternita delle Anime
purganti.
♦
In febbraio si registrano a Giarre, Riposto e Mascali
violenti tumulti: le autorità di pubblica sicurezza li
classificano come agitazioni “anti-giacobine” che
offrono “un comodo pretesto a malintenzionati per
saccheggiare case di ricchi commercianti”.
♦
Il 19 giugno il deputato socialista De Felice Giuffrida
presenta una interrogazione parlamentare sul nuovo
orario dei treni in Sicilia evidenziando il singolare
caso della stazione di Giarre: “la cosa riesce
biasimevole perché non è prodotta da un errore, da un
equivoco o da una necessità ma da un fatto realmente
voluto dalle due amministrazioni della Sicula e della
Circumetnea che sono in lotta tra loro. Nientemeno il
treno che da Catania va a Messina e a Giarre deve
incontrare il treno che fa la linea Circumetnea parte un
minuto prima dell’altro” creando inconvenienti ai
viaggiatori ed alla corrispondenza.
♦
E' giallo sulla morte di un giovane ingegnere navale di
Siracusa giunto a Riposto in visita ai parenti. Viene
rinvenuto cadavere nella casa degli zii con un foro alla
tempia: gli inquirenti rifiutano l’ipotesi del suicidio,
sostenendo che si sia trattato di un tragico incidente
causato dal cugino undicenne.
♦
Un sacerdote di Giarre viene ucciso a fucilate a Mascali
mentre usciva dal proprio fondo: in tasca aveva 1.900
lire in contanti.
♦
Il 27 dicembre, una violenta mareggiata danneggia diverse abitazioni di
Riposto, assottigliando la battigia sul litorale; in
città si registrano diversi crolli e allagamenti: “Le
onde erano altissime ed oltrepassando la grande spiaggia
si sono spinte nelle strade che sboccano alla marina per
più di 150 metri dentro l’abitato! Rinuncio a
descrivervi le scene di dolore, di pianti e di
desolazione dei poveri ripostesi. Certe case, distanti
almeno 250 metri dal mare e con una elevazione sul
livello di esso di più di 15 metri sono state
completamente allagate e riempite di sabbia. Sono
accorse sul luogo tutte le autorità della provincia. Il
prefetto Bedendo con il delegato Pellicciotti da Giarre
e la guardia urbana Leonardo Barbagallo, pure da Giarre,
vennero investiti da una forte ondata che abbatté a
terra il comm. Bedendo, il quale corse davvero serissimo
pericolo di annegare, se oltre il delegato Pellicciotti
e la guardia Barbagallo, non fossero accorsi Patanè
Salvatore fu Lodovico, capitano di lungo corso, e
Valenti Prospero, d’ignoti, facchino, entrambi di
Riposto, i quali operarono un vero salvataggio. Fu
portato a spalla di un uomo presso i signori Garufi,
commercianti da Riposto, ed ivi fu fatto vestire di
nuovi abiti. Il macello pubblico di Riposto fu
completamente distrutto, non esistendo più che qualche
rottame di muro, tutte le proprietà rivierasche (…)
hanno subito seri danni. Di cento fusti di vino di sette
ettolitri ognuno, chiusi nei magazzini dei signori
Garufi, più di metà sono perduti non essendosi potuto
ritrovarli ed il resto è completamente ricoperto di
sabbia. (…) I danni superano i due milioni di lire. (…)
Fondachello, piccola e ridente borgata, luogo di ritrovo
di tutti i cittadini dei paesi circonvicini (…) non
esiste più! Molte e molte povere famiglie restarono
senza tetto e senza vitto” (Corriere della Sera). Al
riguardo, Giuseppe Antonio Mercurio, cinquanta anni
prima, osservava che “quella parte di Riposto che fu
edificata lungo la sponda del mare innanzi lo stradone
da Giarre a Riposto, è esposta a molti pericoli. Ed in
primo per la prossimità del mare allorchè questo diviene
tempestoso, le case sono inondate e coloro che le
abitano costretti ad abbandonarle, e molte di esse sono
state atterrate dall’impeto delle onde”.
♦
Due treni in transito si scontrano alla stazione di
Mascali: fortunatamente non si registrano vittime.
1900:
Il liberale Raffaello Grasso viene nominato sindaco di
Giarre.
♦
Alla Camera dei Deputati, invece, viene eletto l'unico
candidato, Paolo Vagliasindi del Castello che raccoglie
1.440 voti; 31 quelli dispersi.
♦
Il giarrese Carmelo Patanè è il nuovo arciprete: dopo
aver studiato al Pontificio Seminario di Roma, si è
laureato in teologia e diritto canonico e civile.
♦
Aprono le prime sale da ballo pubbliche della città: i
Saloni Papa e Sorbello ospitano soltanto gli uomini
mentre le ballerine giungono appositamente in treno da
Catania. Al piano del Carmine si esibisce, invece,
l’opera dei cavalli cioè il circo equestre.
♦
Il 12 febbraio a Giarre ed a Riposto si tengono
dimostrazioni di protesta contro l’aumento della tassa
sugli spiriti.
1901:
Il primo censimento del nuovo secolo assegna a Giarre
una popolazione di 20.075 abitanti, a Riposto di 10.171
ed a Mascali di 8.066.
♦
I democratici riconquistano il palazzo di città: Lucio
Quattrocchi viene eletto sindaco ritornando in carica
dopo oltre 15 anni.
♦
Alle elezioni suppletive del 6 gennaio, il candidato
costituzionale Onofrio Perrotta Fiamingo viene eletto alla Camera dei Deputati: con
1.113 preferenze prevale su Antonino Calabretta,
maggiore del genio navale,
anch'egli costituzionale che raccoglie 581 voti.
♦
Dopo il lungo restauro viene riaperta la chiesa dedicata
a Santa Maria delle Grazie, la sua costruzione risale
agli ultimi decenni del XIX secolo.
♦
In occasione del primo anniversario dell’assassinio del
sovrano Umberto I, il Municipio fa collocare, sulla
facciata dell’edificio che lo aveva ospitato, un
medaglione celebrativo della sua visita a Giarre.
♦
Il 17 marzo il Consiglio comunale delibera la
costruzione del mercato coperto e della pescheria al
Piano dell’Angelo; nel corso della stessa seduta si
dispone l’attualizzazione della toponomastica urbana:
diverse strade cambiano nome, tra queste via Diodoro
(diviene via Carlo Alberto), via Sirene (via Alfieri),
via Cerere (via Manzoni), via Stabilimento (via Musumeci),
via Esperia (via Quattrocchi).
♦
Il primo aprile, nella piazza di San Giovanni si tiene
la prima dimostrazione contro la mafia: all’incontro
partecipa il deputato socialista De Felice.
♦
Il 26 maggio viene finalmente approvato il progetto
esecutivo per la bonifica dei terreni paludosi nel
territorio di Mascali: lo stanziamento iniziale è di
31.000 lire mentre l’opera sarà completata nel decennio
seguente.
1902:
In una abitazione di Macchia nasce Alfio Russo, futuro
direttore dei quotidiani La Sicilia di Catania, la
Nazione di Firenze e del Corriere della Sera di Milano.
♦
Si attiva il primo servizio di trasporto su carrozze
passeggeri: la corsa da Giarre a Macchia costa 50
centesimi, 1,20 sino a S.Alfio.
♦
Il 14 aprile, la Regina Madre Margherita di Savoia, in
viaggio in Sicilia, fa sosta alla stazione di Giarre per
incontrarsi con il senatore Luigi Gravina e la moglie.
♦
In aprile, una delegazione di studenti maltesi in visita
a Giarre.
♦
Il 30 settembre durante un violento temporale crolla il
tetto di una casa colonica nelle campagne di Riposto
causando la morte di una ragazza di diciannove anni. Il
Corriere della Sera scrive che “nel comune di
Giarre i danni sono enormi. I quartieri maggiormente
danneggiati sono quelli di Sant’Isidoro, via Nuova,
Archimede e il Fondaco Barone. La linea telegrafica è
interrotta, le case allagate. In via Callipoli, il
Lavinaio ingrossò spaventosamente, ruppe l’argine e
allagò alquante case, danneggiando e asportando
masserizie, ma dando fortunatamente tempo alle persone
di mettersi in salvo. Nei locali del circolo socialista
si sono riunite molte spiccate individualità, i
rappresentanti della associazioni cittadine e la stampa
per intendersi sui mezzi idonei per raccogliere
soccorsi. Si faranno sottoscrizioni e una passeggiata di
beneficienza”. Anche il Duomo riporta dei danni: “Durante
il ciclone di Giarre, in una chiesa un lanternino
soprastante ad un’immagine rovinò in mezzo alla navata
producendo rumore immenso e generando grande panico fra
i fedeli che si trovavano riuniti a pregare”.
(Corriere della Sera). I delegati di un comitato Pro
Sicilia costituitosi a Milano verranno in ottobre a
portare soccorsi anche a Giarre.
1903:
A Riposto sono attivi ben 18 stabilimenti enologici per
la produzione di distillati e liquori; in città svettano
numerose ciminiere.
♦
Un bizzarro sacerdote di Giarre – è stato fermato
mentre, nottetempo, girava armato per le vie della città
ed è famoso per collezionare gli oggetti più strani –
viene sospeso dall’esercizio del culto dopo aver
attaccato, con un lungo articolo apparso su un giornale
locale, tutto il clero giarrese. Sarà riammesso
all’esercizio delle sue funzioni dopo pubbliche scuse.
♦
Nonostante l’opposizione di Giarre, i borghi di
S.Giovanni e S.Alfio ottengono dal Vescovo di Acireale
l’elevazione ad Arcipretura; due arcipreti opereranno
nello stesso Comune.
1904:
Il 6 novembre il repubblicano Edoardo Pantano, unico candidato in lista,
viene eletto in rappresentanza del collegio di Giarre
alla Camera dei Deputati.
♦
Una impresa privata, gestita dai fratelli Di Mauro,
stipula i primi contratti per la fornitura di acqua
corrente alle abitazioni di Giarre.
♦
Il Municipio costituisce il corpo dei vigili urbani:
sarà sciolto nel 1934 per ridurre le spese comunali e
poi ricostituito nel dopoguerra. I vigili svolgeranno
anche il servizio di spegnimento degli incendi.
♦
L’autorità sanitaria dispone la chiusura della scuola
femminile di Macchia per il diffondersi di alcuni casi
di tifo.
♦
Per la prima volta, nella frazione di S.Giovanni si
tiene una fiera nel corso dei festeggiamenti per il
santo patrono.
♦
In seguito al diffondersi di una epidemia di vajolo, il
Municipio dispone l’isolamento dei malati.
♦
A Settembre un giovane giarrese ritornato da servizio
militare ferisce gravemente la madre dopo aver scoperto
che questa si era risposata dopo essere rimasta vedova.
1905:
Viene fondata a Riposto la Banca cooperativa di piccolo
credito S.Pietro.
♦
Sebastiano Fichera è il nuovo sindaco di Giarre.
♦
Le suore Serve dei poveri, insediatesi nell’anno in
città, assumono il servizio di assistenza ai malati
dell’ospedale S.Isidoro.
♦
Nel corso della sua visita in Sicilia, il 13 novembre il
presidente del consiglio dei ministri, on. Fortis, si
ferma alla stazione di Giarre: “Alle ore 15,15 il
treno che reca il presidente del Consiglio on. Fortis,
giunse alla stazione di Giarre Riposto, che era gremita
di operai e di una folla di persone” (Corriere delle
Puglie).
Successivamente, Fortis si reca a Riposto “la vettura
del presidente del consiglio, circondata dalle bandiere
delle associazioni e preceduta dalla banda che suonava
la marcia reale, avanzava al passo. Dai balconi delle
case di Riposto, signore e popolane gettavano fiori”
(Corriere della Sera).
1906:
A Riposto viene aperta una Regia Scuola Superiore di
Commercio: è tra le prime in Italia.
♦
Si concludono i lavori di ampliamento della stazione
ferroviaria di Giarre-Riposto.
♦
Il 5 agosto iniziano a Riposto i lavori per la
costruzione del porto; Gaetano Caltabiano racconta così
l’evento: “Una marea di gente avviavasi, come
prestabilito convegno, verso il lido del mare (…). Era
incantevole l’aspetto che presentava la città:
dappertutto bandiere tricolori, magnifici festoni di
fiori (…) innumerevoli le bocce e i lampioncini
multicolore (…). Alle nove e mezzo del mattino si udì il
lungo fischio d’un treno, era quello lungamente atteso
proveniente da Catania. Recava l’illustre deputato
Edoardo Pantano, il Prefetto, il Sottoprefetto, alquanti
deputati e senatori, le autorità militari della
provincia. Erano ad attenderli in soprabito nero, guanti
bianchi e il tradizionale cappello a staio i sindaci dei
diversi Comuni etnei, nonché molti ufficiali della regia
marina (…). Presero posto sotto un magnifico padiglione
adorno di pregevoli drappi e d’un bel trofeo di bandiere
di mezzo al quale, fra ghirlande, spiccavano i ritratti
del re Vittorio Emanuele III e della regina Elena.
Conclusasi la solenne cerimonia della benedizione della
prima pietra, fu questa, dopo chiusovi ermeticamente
l’atto commemorativo, fatta discendere con un singolare
meccanismo, in fondo alle acque ed il fausto evento fu
salutato dalle navi da guerra con 90 colpi di cannone,
al cui rimbombo fecero eco (…) le campane di tutte le
chiese e le sinfonie delle musiche che stavano sulle
rive, gremite di popolo per l’estensione di due
chilometri”.
♦
Il 31 ottobre, si consuma a Giarre una tragedia
sentimentale: una giovane si sucida con un colpo di
pistola al cuore mentre il fidanzato, un avvocato
locale, si uccide gettandosi sotto un treno in transito
alla stazione di Giarre.
1907:
Dopo la costruzione della centrale idroelettrica dei
fratelli Di Mauro, viene realizzato un impianto di
illuminazione pubblica con lampade ad incandescenza. Per
la prima volta una illuminazione automatica rischiara le
notti in via Callipoli, piazza Duomo e via Archimede;
nelle memorie di Lorenzo Vigo Fazio leggiamo una cronaca
dell'evento: "Giarre era, dunque, illuminata a
petrolio; ma vi fervevano i lavori per portare a termine
una centrale idroelettrica; e già, nelle vie principali,
si dondolavano al vento le grandi lampade sospese al
sopra del centro della carreggiata. Nei circoli e nelle
famiglie si faceva un gran discorrere dell'imminente
grandioso cambiamento che avrebbe rischiarato a giorno
l'abitato (...). Ma una domenica, il giorno era finito,
il paese rimaneva nell'ombra, i fanali non venivano
accesi, allorché improvvisamente brillarono sospesi
nell'aria i globi luminosi delle grandi lampade ad arco,
nelle vie principali (...). Fragorosi battimani e grida
di giubilo si levarono, in un coro immenso, dai
marciapiedi, dai balconi, dalle terrazze, per salutare
la splendida venuta, in Giarre, di quella misteriosa,
nuova energia, con cui potevasi d'un subito cangiare la
tenebra della mezzanotte in fulgor meridiano".
♦
Un
antiquario di Roma presenta un’offerta per acquistare
uno storico arazzo con lo stemma municipale e, ricamate
in oro, le lettere C G (Città di Giarre) sormontate da
una corona con le sette torri della Contea. Il consiglio
comunale autorizza la vendita del cimelio per 1.500 lire
ma l'arciprete Patanè, nella cui chiesa è custodito
l’arazzo, invocando il possesso vale titolo, ne
rivendica la proprietà esclusiva per la "secolare
appartenenza alla chiesa di Giarre" e perché "oggetto
extra commercium che nessuno può alienare". Un
articolo del Corriere di Catania critica duramente
l’operato del sindaco: "Nel dichiaratorio sindacale,
si minaccia il parroco di responsabilità penale e ciò
spiega il fatto come un assessore, che vantasi
professore di diritto commerciale e marittimo, ebbe a
dichiarare in pubblico consiglio che, ove mai il
reverendo arciprete non consegnasse l'arazzo, sarebbe
querelato. Forse l'egregio assessore, nella foga
oratoria, tanto abituale in lui, lasciò sfuggirsi dalle
labbra, inopinatamente tale assurdo, contro un'autorità
ecclesiastica che altra colpa non ha se non quella di
voler conservare alla Città un oggetto prezioso sia pel
suo valore che per l'antichità".
♦
In Gennaio, una profonda commozione suscita il
ritrevamento del corpo decapitato di una bambina di tre
anni nelle campagne di Mascali.
♦
Alla guida del Municipio, si succedono tre commissari
straordinari: Vittorio Colli, Ettore Prima e Giovanni
Garzoli; finalmente Mariano Scandurra viene nominato
primo cittadino.
♦
Il Ministro del Tesoro, Angelo Majorana, gravemente
malato, si ritira nella sua villa di Giarre per la
convalescenza: morirà qualche anno dopo.
♦
Il 13 ottobre un capraio di Mascali viene accusato di
essere l’autore dell’efferato omicidio di una bambina:
verrà condannato all’ergastolo.
1908:
La ditta Di Mauro inizia la distribuzione dell’energia
elettrica nelle private abitazioni.
♦
Il 29 febbraio, nel corso delle manifestazioni in
Sicilia contro l’arresto del deputato Nasi, a Riposto
viene avviata una raccolta di sottoscrizioni per indire
un plebiscito con cui si “proclami la separazione
amministrativa della Sicilia dal resto d’Italia, sotto
lo scettro di Vittorio Emanuele, mantenendo intera
l’unità politica italiana” (Corriere della Sera).
♦
Il 12 luglio nasce a Giarre Michele Federico Sciacca,
noto filosofo dello Spiritualismo cristiano; in una sua
lettera leggiamo una brillante descrizione della città:
“Giarre, cittadina del catanese, si adagia sulla
sponda ionica della Sicilia, tra il mare e la collina.
Sulla testa dei suoi abitanti incombe la Montagna,
temuta e familiare, l’Etna, casa di Vulcano, abitacolo
di Polifemo, ciclope sfortunato con Ulisse l’astuto,
estrema dimora di chi di persona volle conoscerne gli
abissi, l’estroso Empedocle, primo erede del cielo,
andato a male come altri siciliani che, in vario modo,
l’hanno imitato nell’escogitar trovate per passare da
dei. Centro agricolo per vini ed agrumi, commerciava
attraverso il vicinissimo molo di Riposto. La piazza
della Matrice era luogo di convegno, salotto buono e
camera di servizio: i signori vi trascorrevano la loro
vita attiva, d’inverno a giocare e conversare al circolo
e, d’estate, ai tavoli allineati ai marciapiedi, con in
più il rito antimeridiano della granita e quello serale
del gelato. Tutte le domeniche, concerto bandistico”.
♦
Dalle ore 16 del 17 novembre per circa 20 ore un violento nubifragio colpisce la costa jonico-etnea: a Giarre si registrano
2 morti, 3 feriti ed oltre cinquanta senza tetto mentre a Riposto si contano due morti ed oltre
20 case crollate, la marineria riporta grandi danni.
Su La Stampa del 20 novembre leggiamo che “A Riposto,
questa notte, un violento alluvione ha fatto crollare
una casa, facendo una vittima. Molte famiglie sono
rimaste prive di tutto. Quasi tutte le barche
pescherecce sono rimaste distrutte (…). La piana di
Mascali, Riposto e Giarre sono ridotte in una squallida
plaga. I soldati del genio lavorano attualmente alla
costruzione di ponti provvisori ed alla riattivazione
della ferrovia Messina-Catania. Un treno diretto alla
stazione di Carruba è rimasto bloccato essendosi rotto
il ponte. Tutta la regione attorno a Giarre è
trasformata in torrente. Il cimitero di Giarre venne
invaso dalle acque che scoperchiarono le tombe e
trasportarono i cadaveri al mare. Il vetturino Puglisi e sua
moglie furono travolti dalla corrente e sono scomparsi.
(…) Gli scomparsi sono molti. Se ne enumerano tra i
contadini una ventina (…). A Riposto i danni sono ancora
più gravi. La via verso Giarre, per circa 600 metri è
interamente ostruita da materiali e rottami. Tutto un
quartiere è allagato. La maestra Quattrocchi, travolta col
materiale della casa, e certo R. sono annegati. I
cadaveri furono trasportati a mare e non sono ancora
stati ritrovati. (…) La Tribuna dice che a Riposto le
case atterrate dall’alluvione sono 500”. Il Corriere
della Sera offre spedisce a Giarre un inviato che
aggiunge ulteriori dettagli alla tragedia: “la prima
impressione riportata entrando in Giarre è stata
desolantissima: nei volti cittadini si leggeva il dolore
per l’immane sciagura senza precedenti (...) Gli
episodi di salvataggio sono innumerevoli. Può affermarsi
che ogni capo di famiglia sia stato l’umile eroe della
notte. Inutilmente si gridava a soccorso. Nessuno poteva
correre in aiuto poiché in ogni posto si pensava alla
propria salvezza (...) Nei pressi della stazione
ferroviaria di Giarre dimorava la famiglia del cocchiere
Mariano Puglisi, composta dalla moglie e da tre figli:
la piena dopo aver devastato completamente l’abitazione
trascinò per circa due chilometri la moglie Filomena,
quarantenne, trasportandola fino al mare dove scomparve.
Il marito si salvò miracolosamente per l’intervento
delle persone di servizio del Sen. Gravina, che
affrontando il pericolo si diedero con slancio all’opera
di salvataggio. Dopo alcune ore il mare gettò sulla
spiaggia il cadavere della disgraziata donna. (…)
L’ospedale di Giarre è fortemente danneggiato. La sala
delle donne è invasa fino all’altezza di metri 1,50
dall’acqua. Le suore addette al servizio operarono
miracoli per salvare gli infermi nelle pericolanti
gallerie. Le sorgenti d’acqua per l’energia elettrica
[la centrale idroelettrica dei fratelli Di Mauro,
ndr] furono ostruite con grave danno. I proprietari
sostengono ingenti spese per ridare l’illuminazione alla
città di Giarre, facendo lavorare anche di notte con
torce a vento.” A Riposto “la maestra comunale,
Angelina Quattrocchi, rimase seppellita sotto le
macerie; Rosario Raciti, bracciante, fu trascinato dalla
corrente e annegò miseramente”. “Molti abitanti si
rifugiarono nei locali delle scuole municipali (...)
Gli ospedali sono pieni di feriti: alcuni quartieri
sono totalmente distrutti, molti gravemente danneggiati.
Le abitazioni della città e dei suburbi sono allagate.
Le popolazioni si sono rifugiate anche nelle chiese. La
viabilità è interamente distrutta. (…) I cimiteri sono
completamente sconvolti: distrutti i muri di cinta e i
monumenti: i cadaveri dissotterrati e trascinati”.
La stazione ferroviaria di Giarre rimane completamente
isolata ed “il treno diretto per il continente sulla
linea di Messina rimase bloccato in aperta campagna per
l’intera notte (…) conteneva circa 400 viaggiatori”.
Per ripristinare la linea ferroviaria verranno inviati
circa 300 operai, mentre vengono inviati a Riposto circa
"500 soldati zappatori che hanno coadiuvato allo
sgombero delle vie”. Il Ministero dell'Interno invia
un contributo di 50.000 lire pro alluvionati.
♦
Il 28 dicembre il violento terremoto che distrugge
Messina causa 4 morti a Giarre, 40 morti (13 dei quali
nel borgo di Torre) e 35 feriti a Riposto
(Corriere della Sera). Nella città
marinara una onda sismica di oltre 10 metri provoca
diversi crolli nella zona del porto. A San Giovanni si
registrano un morto e diversi feriti nel crollo di 10
abitazioni, mentre a Giarre molti edifici risultano
lesionati e, tra questi, anche il Duomo che riporta
notevoli danni al lanternino posto sulla cupola.
Leggiamo su La Stampa: “Purtroppo il terremoto non si
è limitato a produrre in Sicilia enormi danni a Messina:
Giarre e Riposto anche furono colpite dal disastro. La
Tribuna riceve il seguente telegramma da Giarre: <<Un
nuovo immane disastro colpisce Giarre e Riposto ed altri
paesi della costa orientale della Sicilia. In seguito
alla scossa di terremoto di ieri, la popolazione, in
preda a vivissimo terrore, si è riversata sulle vie e
sulle piazze. A Riposto il terremoto è stato
accompagnato da un’onda sismica alta dieci metri,
seguita da un fremito microsismico della durata di dieci
minuti: il mare si è ritirato fino allo scoglio maltese;
poi si è sollevato a grande altezza e si è rovesciato
sulla marina, invadendo le abitazioni adiacenti,
incanalandosi vorticosamente per circa trecento metri e
asportando i fusti delle barche da pesca (…). Il
torrente impetuoso ha invaso la casa del calzolaio Salvatore
Malvica.
ed ha travolto le tre figlie. La maggiore è stata
trovata tra i fusti in deposito ed è stata trascinata
dalle onde. Le altre due figlie bambine trovarono la
morte tra le barche da pesca. Un’altra bambina è stata
trovata morta sulla spiaggia. Le onde sorpresero i
pescatori della borgata Torre apparecchiatisi alla
partenza. Cinque pescatori sono morti, otto scomparsi.
Dieci case sono crollate a San Giovanni, borgata di
Giarre. Si lamentano un morto e molti feriti. I
fabbricati di Giarre sono stati molto lesionati,
specialmente il Duomo. A Riposto il Duomo, il Municipio,
la torre del vecchio osservatorio e molte case hanno
subito gravi danni”. Alcuni dei feriti di Messina
verranno ricoverati nell’ospedale di Giarre, undici di
questi moriranno nel corso del 1909.
♦
Lo scrittore Edmondo De Amicis, autore del Libro Cuore,
nel libro "Ricordi di un viaggio in Sicilia" descrive un
viaggio sulla ferrovia Circumetnea con partenza da
Riposto.
♦
Mariano Sciacca è il nuovo sindaco di Giarre.
1909:
Il 9 gennaio si registra una nuova forte scossa di
terremoto a Macchia con alcuni crolli e danni alla
chiesa già lesionata dalla scossa del 28 dicembre 1908.
♦
Il 7 marzo Edoardo Pantano, unico candidato e frattanto
passato al partito radicale, viene riconfermato alla
Camera dei Deputati con 2.194 voti, 8 quelli dispersi.
♦
Si conclude a Giarre il tour dell'Etna compiuto dal re
d'Inghilterra Edoardo VII e dalla consorte Alessandra di
Danimarca. Alle 15.30 del 26 aprile, dopo aver ricevuto
l'acclamazione della folla e l’omaggio floreale di
alcune bambine, i sovrani salgono sul treno speciale
diretto a Catania, dove si imbarcheranno sullo Yacht
Victoria & Albert.
♦
In novembre, nell'aula magna del ginnasio di Giarre,
l'onorevole Edoardo Pantano tiene un discorso ("Il
discorso di Giarre", titolano i giornali)
particolarmente critico nei confronti del governo
Giolitti. La manifestazione, preceduta da un banchetto a
cui partecipano i sindaci di diverse città (Palermo,
Catania, Marsala), trova ampio risalto sui quotidiani
nazionali: La Stampa di Torino dedica la prima pagina
all'avvenimento.
♦
L’8 dicembre a causa del malfunzionamento di uno scambio
si verifica un incidente alla stazione ferroviaria di
Giarre: un treno passeggeri proveniente da Messina urta
alcuni carri merci in sosta causando alcuni feriti tra i
passeggeri. “Molti viaggiatori, vinti dal panico si
precipitarono dal treno, invasero furibondi la stazione,
rompendo dei vetri e slanciandosi contro il personale
che fuggì spaventato” (Corriere della Sera).
♦
Il progetto redatto dall’architetto giarrese Antonio De
Francesco vince la gara indetta dal Comune per la
costruzione di un’artistica fontana da collocare nella
piazza Sangiorgio: l’opera, costata 5.000 lire,
raffigura la dea Teti che doma diversi cavalli emergenti
dalle acque. La statua, però, a causa della somiglianza
con la moglie dell’autore (verrà detta la “Pupa”) e
delle rimostranze delle autorità ecclesiastiche, sarà
sostituita, dopo poco tempo, con quella del dio Nettuno.
Successivamente anche la nuova fontana sarà spostata
nella villa Margherita per far posto al monumento ai
caduti.
♦
Il Comune indice un concorso pubblico per la nomina del
nuovo direttore della banda municipale: i curricula dei
28 candidati vengono valutati dal Regio Conservatorio di
Milano che sceglie il maestro Luigi Pucci; 2.400 lire il
suo stipendio annuo.
1910:
Il prof. Angelo Russo, docente presso l'Istituto nautico
di Riposto, costituisce il gruppo locale dei Ragazzi
Esploratori Italiani, ovvero dei futuri boy-scout.
♦
La pubblicazione di un anonimo manifesto anticlericale
provoca aspre polemiche: tra Giarre e Riposto sono
attive tre logge massoniche e, tra queste, la Mongibello
conta oltre 80 affiliati.
♦
Il 30 agosto viene accolto trionfalmente a Riposto il
colonnello Calabretta, comandante del cantiere navale
militare di Castellammare di Stabia, scagionato in
seguito ad una inchiesta del Ministero della marina
dall’imputazione, dovuta ad una lettera anonima, di
appropriazione indebita, frode ai danni dello Stato e
peculato.
♦
Il 19 ottobre muore nella sua villa di Giarre il
senatore Luigi Gravina; nato a Catania nel 1830, già
deputato del collegio giarrese nel corso della XIII
legislatura, era stato Prefetto nelle più importanti
città italiane tra le quali Bologna (1876), Napoli
(1877), Milano (1878-1879) e Roma (1878 e 1880-1890);
sposato con la marchesa livornese, ma di origini
francesi, Costanza Bougnelaux, negli ultimi anni della
sua vita amava circondarsi di scrittori e artisti quali
Giovanni Verga e l'architetto Ernesto Basile.
♦
Si concludono i lavori di bonifica della palude del
Fondachello, sul litorale tra Riposto e Mascali.
♦
Gaetano Caltabiano ci offre una cronaca dettagliata
della festa di S.Isidoro: “Le vie, le piazze,
rigurgitavano di popolo: ad ogni passo crocchi di
uomini, di donne attorno ai venditori ambulanti di
panni, di mussoline, di cappelli, di berretti d’ogni
maniera, di oggetti di terraglia, di cristallo, di
porcellana (…). I ragazzi e le fanciulle si fermavano a
guardare davanti le trabacche improvvisate dei dolcieri,
o le tavole di giocattoli ov’erano esposti in vendita
cavallini di cartapesta, di latta, di legno; delle
bambole (…) dei piccoli treni e tanti altri ninnoli (…).
Il mercato riboccava d’ogni ben di Dio: i piccioni, il
pollame, i grani, i bei salami (…) i caci, le frutta, le
ortaglie, i pesci vi facevano la loro bella mostra.
Bandiva ognuno la sua merce con quanta ne aveva in gola
e, levandola in aria, la decantava e poi con canti e
suoni di tromba s’ingegnava di attirare a sé i
compratori. Dappertutto un gran formicolio (…). Nelle
osterie, nelle bettole si mangiava, si beveva, si
cantava, si ballava al suono d’un organino (…). Era
centro della festività il tempio che risuonava di sacri
canti, sempre gremito di gente intenta alle orazioni, o
a compiere il voto delle offerte. Così passò la maggior
parte del giorno, finché arrivò l’ora delle corse (…).
Al momento della gara, che si annunziava con diversi
spari, migliaia di facce, migliaia di sguardi si
volgevano a riguardare verso il principio della
carriera; migliaia di uomini, di donne, di fanciulli, si
sporgevano dai terrazzini, dalle finestre, dai terrazzi,
o si levavano in punta di piedi per vederne la partenza.
Quelli che volevano che il sauro, lo sturno, il morello,
il pomellato avessero il sopravvento sugli altri, li
aizzavano al corso, malgrado il divieto dell’autorità
municipale, a colpi di frusta o con alte grida (…). Alla
fine di questo popolare intrattenimento, i cavalli cha
avevano guadagnato il premio, coronati di ghirlande di
fiori, venivano accompagnati dalle musiche e da un
popolo festante. Fece seguito a questo spettacolo
l’elevazione di grandiosi palloni mongolfier, imitanti
diverse forme di animali. Fu dapprima mandato in aria un
enorme toro che, con la testa levata e la grave
andatura, parea godesse di trovarsi negli aerei campi;
poi l’un dopo l’altro, un pesce, un’aquila, un elefante
ed altri ancora fra grida di applauso e battimani.
Intanto alitava la sera e, man mano, presero il posto
della diurna luce un’infinità di favelle, che, ardendo
di viva fiamma, faceano della notte uno splendido
giorno. Erano di mirabile effetto le arcate a disegno, i
candelabri di ferro da cui penzolavano una grande
varietà di bocce, di fanaletti e di lampioncini alla
veneta; le lampade e le ninfe elettriche con proiezioni
e riflessi di luce incantevoli. Quando tutte le vie
furono illuminate, come da un nuovo sole, fu portato in
giro, fuori dal tempio, il simulacro del Santo, su d’un
artistico carro sacro, adorno di fiori, di festoni e di
manipoli di spighe, sotto i cui archi stavano, come
librati in volo, dei vaghi angioletti in atteggiamento
di sorridere alle acclamazioni dei fedeli. Aprivano il
religioso corteo, disposti su due file, varie
confraternite seguite da un lungo stuolo di sacerdoti in
cotta e stola che, d’un tratto, cantavano i loro salmi;
lo chiudeva un coro di giovinetti in bianca veste con la
fronte coronata di fiori e le ali d’oro, intonando gli
inni sacri e seminando il cammino di fiori spicciolati.
Indi seguiva una musica ed una folla di devoti di tutte
le età. Dopo un lungo giro, fra spari di fuochi
artificiali, il Santo fu riportato in chiesa ove si die’
fine alle funzioni religiose allo splendore di migliaia
di ceri, di doppieri e di ninfe che davano bagliori e
sprazzi di luce da fare del tempio un incanto. Il popolo
sempre vago di nuovi intrattenimenti, recossi dal luogo
sacro ai concerti in piazza ove furono eseguiti scelti
pezzi musicali del Verdi, del Bellini, del Rossini che
si protrassero fino alla mezzanotte. Ed in quest’ora
appunto si diè il segnale dei fuochi pirotecnici”.
♦
Viene avanzata al competente Ministero dei lavori
pubblici una richiesta per la costruzione di una
ferrovia Trecastagni-Riposto con stazioni intermedie a
Zafferana, Milo, S.Alfio, S.Giovanni, Macchia, Giarre.
♦
Allo scopo di evitarne le frequenti esondazioni, vengono
eseguiti dei lavori per la sistemazione del torrente
Macchia nei pressi di S.Maria la Strada.