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Lo stadio

L'incredibile storia del campo di atletica

"Il primato però è della Sicilia: le opere interrotte risultano 168 su un totale di 357 censite in tutt' Italia. E solo a Giarre, se ne contano ben 12, dalla piscina olimpionica al teatro comunale".

DAVIDE CARLUCCI (La repubblica 02 giugno 2008) 

 

Il capolavoro assoluto, inarrivabile e delirante di questa sorta di «Sfasciopoli», forse più ancora del Nuovo Teatro, è però quello che il cartello stradale, con irresistibile umorismo involontario, chiama «stadio di "atletica"», con le virgolette. Un impianto faraonico, costruito per le Universiadi, con gradinate in grado di ospitare 15 mila persone dove mai si è seduto uno spettatore: nessun parcheggio, nessuna strada d' accesso, nessuna manutenzione. Vetrate spaccate, piste di tartan crepate, pavimentazione ingoiata dalla gramigna. Rosario Sorbello, che era l' assessore ai lavori pubblici ai tempi in cui furono decise e progettate e finanziate quasi tutti queste oscenità urbanistiche, quando il sindaco (25 anni di dominio incontrastato) era l' onorevole dc Giuseppe Russo che contemporaneamente era assessore regionale «e se c' erano dieci miliardi a disposizione uno per forza doveva finire a Giarre», se lo ricorda bene, il modo in cui ottenne lo stadio: «I soldi per il calcio o l' atletica non c' erano e un amico mi disse: il Coni potrebbe finanziare un impianto per il polo». Il polo? Coi cavalli e le mazze? Sotto l' Etna? «Il pooolo! Il pooolo!». E ride. Soddisfatto.

Gian Antonio Stella (Corriere della Sera 4 gennaio 2002)

 

UN' OPERA INCOMPIUTA OGNI MILLE ABITANTI

"UNA MAPPA delle opere pubbliche bloccate in Sicilia? No, mi dispiace non abbiamo i dati". Inutile insistere: uffici pubblici e privati, assessorati ed enti rispondono tutti allo stesso modo: "non sappiamo". Eppure basta fare un giro in qualsiasi parte dell' isola o leggere un qualsiasi giornale locale, un qualsiasi giorno della settimana, per vedere che tutta la Regione somiglia ad un immenso cimitero delle "grandi opere". Come in un safari nel deserto, qua e là spuntano "tracce": una carcassa di edificio (solo pilastri e solaio), un ponte sospeso che non congiunge nulla, una strada che finisce nella campagna o un campo di atletica con le tribune ma senza pista, un parcheggio senza strada d' accesso e così via all' infinito. La casistica è sterminata quanto la fantasia degli amministratori che hanno "inventato" queste opere, magari per spremere finanziamenti e poi abbandonarli. La provincia di Catania, oggetto di uno studio della locale sezione dell' associazione dei costruttori, è sicuramente un emblema di come vanno le cose in Sicilia. E sotto l' Etna si distingue Giarre, con un rapporto altissimo tra incompiute e cittadini. Il Movimento federativo democratico della cittadina ionica ha censito, non senza difficoltà e ostacoli, almeno 25 incompiute: una ogni mille abitanti. Come se a Roma ce ne fossero 3 mila. Una di queste opere ha avuto l' onore di essere definita "una vergogna" dal ministro della Sanità Costa: è il nuovo ospedale. Mentre i malati sono costretti ad affollare il fatiscente ospedale nel centro cittadino il "nuovo" ospedale è in costruzione da oltre vent' anni ma non si sa quando potrà essere completato e se effettivamente lo sarà mai. Intanto lo scheletro, dopo la cerimonia con la posa della prima pietra a cura di Mario Scelba nel 1975, fa bella mostra di sé sulla collina che domina Giarre, e sono già stati spesi diversi miliardi dei 40 complessivi previsti. Ma quanto ad anzianità il record (nazionale?) è del teatro "nuovo": i lavori sono iniziati nel 1956 e da allora non si sono mai fermati e non sono mai finiti. Nel senso che ogni tot anni si butta qualche miliardo per riparare i danni prodotti dall' abbandono. Poi si abbandona di nuovo e così via. L' ultima volta si è lavorato nel 1990, e poi di nuovo tutto bloccato. Per quest' opera è partita anche una denuncia alla magistratura, ma non se ne è mai saputo nulla. Giarre anzi è uno dei pochi comuni non toccati da Tangentopoli. In compenso delle incompiute di Giarre si è occupato, oltre al Mfd con un manifesto intitolato "Giarropoli" e la Fillea-Cgil di Catania con un opuscolo chiamato "Fantasmi pubblici", perfino il Gabibbo. Tra le incompiute ci sono "day hospital", campi di atletica, piscine, auditorium, parcheggi, palestre, eccetera eccetera. Se tutto fosse realizzato sarebbe un Eden. Mille i motivi che hanno bloccato lavori e opere, come nel caso dell' indagine dell' Ance, che ha esaminato 213 lavori di 44 enti campione per un importo complessivo che sfiora i 600 miliardi. Tra l' ottobre del 93 e il giugno del 94 meno di un quarto non aveva problemi di blocchi o ritardi.

 Turi Caggegi (La repubblica  24 giugno 1994)  

 

 

 

 
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